Perché è stato arrestato Gianluca Festa, ex sindaco di Avellino: gli appalti comunali e i concorsi truccati
Gianluca Festa, sindaco dimissionario di Avellino stamattina finito agli arresti domiciliari, il pallino del basket l'ha sempre avuto. Da giovane lo aveva anche praticato a livelli agonistici: nel 1995 era stato titolare nello storico club Scandone. Con gli anni la sua passione non si è mai sopita, e non lo ha mai nascosto. E il basket ha a che fare anche con l'inchiesta che lo ha travolto: avrebbe fatto pressioni su aziende aggiudicatarie di appalti perché sponsorizzassero la DelFes.
Chi è Gianluca Festa, sindaco dimissionario di Avellino arrestato
L'ormai ex sindaco, precedentemente in quota Partito Democratico, era stato eletto con una coalizione di liste civiche nel 2019. In quel periodo la Società Sportiva Felice Scandone Avellino, fondata nel 1948 e che per 20 anni era stata in serie A, era già ampiamente sul percorso che, due anni dopo, l'avrebbe portata al fallimento, dichiarato nel 2021 dal Tribunale di Avellino. Festa, fascia tricolore indossata da poche settimane, era intervenuto in prima persona per scongiurare la catastrofe: aveva versato 20mila euro di risparmi personali per aiutare la società ad iscriversi al campionato dei serie B.
Il 25 marzo, quando la Procura di Avellino gli aveva perquisito casa e ufficio, Festa aveva presentato le dimissioni ma si era detto tranquillo:
Non c'è niente perché non c'è mai stato niente e anche dalle perquisizioni non è emerso nulla. Chi pensava che questa fosse una bomba, si è ritrovato in mano una miccetta. E se qualcuno pensava di poter condurre con questi argomenti la campagna elettorale che si avvicina, ha sbagliato. Perché noi siamo persone perbene e aspetteremo l'esito delle indagini. Che non porteranno a nulla.
Avellino, ai domiciliari ex sindaco e due indagati
Complessivamente gli indagati sono 8. Oltre a Festa, questa mattina sono finiti agli arresti domiciliari anche l'architetto Fabio Guerriero (fratello del consigliere comunale Diego Guerriero, indagato) e la dirigente comunale Filomena Smiraglia, già dirigente dei settori Lavori Pubblici e Attività Produttive del Comune di Avellino. Contemporaneamente i carabinieri hanno effettuato perquisizioni in casa della ex vicesindaco (il Comune è attualmente commissariato) Laura Nargi.
In una nota il procuratore Domenico Airoma spiega che il provvedimento eseguito questa mattina
si è reso necessario – senza dunque attendere il termine di tutte le investigazioni in corso, afferenti a più "filoni" di indagine – in considerazione delle numerose fughe di notizie (oggetto di autonomi approfondimenti) e, da ultimo, della condotta di inquinamento probatorio/depistaggio posta in essere dall'allora primo cittadino della città di Avellino.
Le accuse: soldi ai privati e concorsi truccati ad Avellino
Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, sono partite nel settembre 2023. Diversi i reati contestati agli indagati dalla Procura di Avellino: tentata induzione indebita, corruzione per l'esercizio della funzione, rilevazione di segreto d'ufficio aggravata, falso in atto pubblico e depistaggio.
Festa, secondo le ricostruzioni, si sarebbe reso responsabile di tentata induzione indebita facendo numerose sollecitazioni ad operatori economici (legati all'Ente da rapporti contrattuali) affinché sponsorizzassero dei privati. L'accusa di corruzione, invece, riguarda le utilità economiche che sarebbero state riconosciute, sempre su richiesta del Sindaco e sotto forma di finanziamento al privato, al titolare di un punto vendita di una catena della ristorazione (anche lui tra gli indagati), in cambio di favori afferenti l'esercizio delle funzioni di primo cittadino.
La contestazione di rivelazione di segreto d'Ufficio, si legge ancora nella nota diffusa dalla Procura di Avellino, è relativa a due concorsi che si sono tenuti presso il Comune di Avellino per l'assunzione di 10 istruttori di vigilanza e di 3 funzionari tecnici categoria D1: gli indagati, ricostruiscono gli inquirenti, avrebbero fatto avere le domande d'esame a candidati che avevano selezionato come futuri vincitori. Con questo sistema l'architetto Fabio Guerriero, in virtù del rapporto privilegiato col sindaco Festa e con la dirigente Smiraglia, sarebbe riuscito a favorire una collaboratrice del suo studio professionale.
I reati di peculato e depistaggio contestati a Festa riguardano, infine, la sottrazione di un computer che era stato a lui destinato e usato presso il suo ufficio in Comune: per il giudice che ha emesso la misura il pc era stato fatto sparire per avere una utilità personale e per sviare le indagini, e poche ore dopo c'era stata una "bonifica" con personale specializzato negli stessi uffici alla ricerca di microspie.