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Perché dobbiamo essere grati al “Natale in casa Cupiello” di Vincenzo Salemme

Grati per averlo riportato in teatro e in tv (in diretta) e per aver valorizzato il centro di produzione della Rai di Napoli.
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Un anno fa andai alla prima napoletana del “Natale in casa Cupiello” di Eduardo rifatto da Vincenzo Salemme. Portò in scena il “suo” Cupiello. Salemme è una persona abbastanza schietta. Venne in redazione per una intervista, disse: «Ma secondo te avevo la presunzione… e ‘m'accustà a Eduardo, dai, ma come si fa?».

Il testo di Salemme è più carico sulle battute, sul lato comico. Eduardo era un gigante inimitabile e col tempo era diventato più silenzi che battute, più assenza acuta presenza che preponderanza in scena. Salemme non ha imitato, né “migliorato” (Eduardo perfidamente diceva «grazie ma non mi migliorate…» a chi gli dava consigli).

Ha fatto un'operazione bella, lo ha portato in scena in tutti i teatri d'Italia e ora, il giorno di Santo Stefano, è arrivato in prima serata su Raiuno, recitando (in diretta!) il testo eduardiano, valorizzando anche il centro di produzione Rai di Napoli diretto da Antonio Parlati.

Roba che non vedevamo da decenni. Dobbiamo essergli grati, dunque, più d'una volta. Per aver mostrato che metter mano a Eduardo e avvicinarlo a certi tempi televisivi d'oggi è possibile (l'Auditel ha premiato l'iniziativa: 3.346.000 spettatori pari al 20.5% di share, la versione di Salemme è ora su Raiplay). Per aver dimostrato che per riportare in tv un testo così amato forse è giusto andare a pescare tra gli attori con una  "sana e robusta costituzione" partenopea e non cercarne altrove. E infine per aver valorizzato il centro di produzione della Rai di Napoli trascurato e in parte marginalizzato negli ultimi anni.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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