Per gli affiliati uccisi la camorra pensa al funerale e paga le spese: l’inchiesta sul clan Frizziero

Sembra una storia uscita dalla penna di Mario Puzo ma è realtà d'oggi, a Napoli: Il clan pagava i funerali alle famiglie dei loro affiliati uccisi dalle organizzazioni rivali. Il fatto emerge dalle indagini che hanno portato agli arresti nei clan Troncone e Frizziero di Napoli. Erano questi ultimi a provvedere alle esequie dei "caduti in battaglia". Proprio come soldati in guerra. Inoltre gli elementi di spicco delle organizzazioni malavitose detenuti, grazie a dei cellulari introdotti in carcere con dei pacchi, impartivano gli ordini ai loro affiliati. L'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia ha fatto emergere la necessità da parte di Giuseppe Troncone, figlio del boss di Fuorigrotta Vitale Troncone, di lanciare le sue direttive: il 6 giugno 2023, dopo avere avuto l'autorizzazione a lasciare i domiciliari per recarsi in udienza, con uno scooter è andato nel rione Lauro di Fuorigrotta. Obiettivo? Marcare il territorio. Come nella giungla.
Le 10mila trombette che il clan Troncone voleva imporre per lo scudetto del Napoli
Giuseppe, insieme con altri tre affiliati, si è reso protagonista il 29 giugno dello stesso anno, di una violenta aggressione perpetrata a colpi di sgabello e di caschi, per costringere due persone «a rientrare nei ranghi», a sottostare alla volontà superiore del clan. I Troncone hanno anche costretto i parcheggiatori abusivi a pagare il "pizzo" e, in occasione dei festeggiamenti per il terzo scudetto del Napoli, hanno tentato, senza riuscirci, a imporre agli ambulanti l'acquisto di 10mila trombette. I Frizziero, invece, sempre secondo quanto emerso dalle indagini, gestivano, tra l'altro gli ormeggi abusivi a Mergellina.
Sos Impresa, dal blitz anticamorra messaggio di giustizia
Luigi Cuomo, presidente di Sos Impresa Rete per la Legalità della Campania esprime in una nota «un forte riconoscimento e i più sinceri ringraziamenti alle forze dell'ordine e alla Procura Distrettuale Antimafia» dopo l'inchiesta. «Rivolgiamo un appello ai cittadini: il vostro sostegno e la vostra collaborazione sono fondamentali. Ogni denuncia, ogni gesto di coraggio, contribuisce a liberare le nostre comunità dalla morsa della criminalità. Insieme possiamo costruire un futuro migliore, in cui la legalità e il rispetto delle regole siano i fondamenti della nostra società. Continueremo a lavorare al fianco delle istituzioni per promuovere la cultura della legalità e sostenere chi, come noi, si oppone fermamente alla camorra. La strada sembra ancora lunga, ma l'impegno e la determinazione di tutti non devono vacillare, mai».