Patrizio Spasiano, morto a 19 anni su lavoro per una fuga di ammoniaca. La mamma: “Voleva costruirsi un futuro”
"Mio figlio non lo so com'è morto, non lo so quanto tempo ci ha messo a morire". Simona Esposito è seduta su una sedia. Attorno a lei poche persone: la figlia, il marito e chi in questo momento in silenzio le sta accanto. Mostra una foto di un ragazzo e ripete in continuazione una sola frase: "Un solo giorno, un solo giorno in più mi basterebbe".
Quel giovane era Patrizio Spasiano, morto a 19 anni nella fabbrica in cui lavorava da pochi mesi. Sua madre per parlare del figlio usa il passato a fatica. "Chissà se mi ha chiamato per chiedere aiuto. Io non l'ho visto più. Quando sono arrivata là non mi sapevano dire Patrizio dove stava. Cosa era successo. Dicevano che non sapevano niente" (i soccorritori ndr.).
La sera a cui fa riferimento Simona è quella del 10 gennaio scorso, in cui suo figlio è morto dopo una fuga di ammoniaca, nello stabilimento Frigocaserta di Gricignano d’Aversa, nel Casertano. La dinamica è ancora poco chiara e le indagini ancora in corso. L'unica cosa certa, al momento, è che Patrizio non tornerà più a casa. Lo sa bene la sua famiglia, pronta a salutarlo per l'ultima volta, anche se dal giorno dell'incidente ancora non hanno potuto vederlo.
Per questo Simona, mentre stringe la foto del figlio, racconta piccoli gesti di quotidianità, che ora sono diventati monumenti. Il tatuaggio fatto da poco con la fidanzata, quella voglia di comprarsi una tuta nuova e il primo viaggio da solo con le persone a cui voleva bene. "Nessuna mamma deve provare quello che sto provando io", ripete in continuazione a Fanpage.it, consapevole che questo dolore non passerà mai. "Patrizio è un ragazzo che ha lavorato sempre. Gli abbiamo sempre detto che doveva imparare un mestiere. Lui voleva diventare grande. Voleva costruirsi un futuro, una famiglia. Patrizio era un buono. Patrizio è morto ingiustamente".
Ancora oggi la sua famiglia non sa cosa sia accaduto. Questo è uno dei motivi per cui non è possibile darsi pace. "Scrivi che mio figlio era Patrizio Spasiano, non un operaio morto sul lavoro. A mio figlio piaceva tanto il suo nome, era quello di suo nonno. A volte lo prendevo in giro, gli dicevo potevo chiamarti magari Lorenzo. E lui diceva, "No mamma, io sono Patrizio Spasiano!".