Parente di una paziente aggredisce infermiere del Cotugno: occhio nero e 10 giorni di prognosi
Un occhio nero e dieci giorni di prognosi solo per aver svolto il proprio lavoro. Un infermiere dell'ospedale Cotugno di Napoli ha subito un'aggressione da parte del marito di una paziente, ricoverata in pronto soccorso. Il giovane operatore sanitario è ancora scosso e preferisce non sia reso pubblico il suo nome.
Ma Fanpage.it ha potuto ricostruire la vicenda. Verso le 16.00 del 13 luglio un uomo accompagna la moglie al pronto soccorso infettivologico dell'ospedale, perché venga assistita. La donna viene presa in carico immediatamente ed effettua il triage. Stando a quanto appreso anche da fonti investigative, l'uomo avrebbe preteso di poter entrare insieme alla moglie, circostanza vietata anche dalla situazione pandemica in corso. Dopo qualche ora, verso le 19.00, l'uomo sarebbe entrato nella stanza dove viene svolto il triage e avrebbe sferrato un colpo in volto all'infermiere di turno. Successivamente le guardie giurate hanno allertato i carabinieri che sono intervenuti sul posto. Il responsabile non è stato, attualmente, ancora denunciato. L'infermiere è stato immediatamente soccorso dai colleghi. La prognosi è di 10 giorni.
Successivamente anche la Cisl, con una nota a firma del delegato aziendale Giovanni Luciano inviata alla direzione dell'Azienda Ospedaliera dei Colli, ha sottolineato la gravità di quanto accaduto, chiedendo un incontro con la dirigenza per delineare percorsi per la sicurezza dei lavoratori.
Ennesima vile aggressione avvenuta ieri 13/07/2022 nei confronti di un operatore sanitario dell'ospedale Cotugno da parte di un familiare di un paziente, mostra ancora una volta in quali condizioni lavorano i sanitari specie in un pronto soccorso e in un momento delicato che ha sconvolto le vite degli operatori che ancora oggi sono in prima linea ad affrontare un'emergenza sanitaria. Chiediamo sicurezza sul posto di lavoro, la Cisl nel sostenere la difesa e l'integrità dei lavoratori auspica che si provveda immediatamente ad attivare procedure che diano salvaguardia al personale, e che, le istituzioni tutelino i diritti di chi da tre anni lavora e continua a combattere incessantemente per tutelare la salute dei pazienti mettendo a rischio la propria