Parcheggiatore ucciso a Napoli, il boss D’Ausilio: “Fu errore, killer drogati o ubriachi”
L'omicidio di Gaetano Arrigo, il parcheggiatore abusivo ucciso nel giugno 2016 a Bagnoli, periferia ovest di Napoli, non sarebbe stato pianificato, ma si sarebbe trattato di un errore, commesso da killer "drogati o ubriachi": lo ha detto l'ex boss e reggente Felice D'Ausilio, oggi collaboratore di Giustizia, ascoltato oggi dai giudici della quinta Corte di Assise durante il processo che vede imputati il fratello Antonio D'Ausilio e altri presunti affiliati al clan di Bagnoli.
In quel periodo Felice D'Ausilio, alias Feliciello, era da poco evaso grazie ad un permesso dal carcere in Sardegna dove stava scontando l'ergastolo. Secondo gli inquirenti durante la latitanza aveva ricompattato il clan e aveva cercato di riprendere il controllo delle attività illegali nel quartiere che, fino a pochi anni prima, era stato il regno incontrastato del gruppo criminale di suo padre, Domenico D'Ausilio, noto come Mimì lo Sfregiato.
Il 41enne era stato scovato dai carabinieri nel dicembre 2016 in un edificio di Marano, in provincia di Napoli; aveva tentato una nuova fuga ma era stato arrestato. Pochi mesi fa, la decisione di diventare collaboratore di Giustizia.
Ad uccidere Arrigo "killer ubriachi o drogati"
Proprio in questa "riconquista" del territorio si collocherebbe l'omicidio di Arrigo, parcheggiatore che versava una quota ai Giannelli, il gruppo criminale con base nella vicina Cavalleggeri che in quel momento gestiva il racket degli abusivi. Il 43enne si sarebbe rifiutato di pagare ai D'Ausilio, scatenando la rappresaglia.
I sicari del clan, però, sarebbero andati oltre. Non si sarebbero limitati a minacciarlo o a ferirlo ma lo avrebbero ammazzato. Si sarebbe trattato, stando a quanto riferito da Feliciello, di un errore, forse perché i killer erano in preda a droghe o alcol.