“Parcheggiare al Vomero? Costa 6 euro all’ora, se sei fortunata”
Dodici euro per meno di due ore di parcheggio a Napoli: a Fanpage.it una ragazza napoletana racconta la sua domenica appena trascorsa, alle prese con la ricerca di un parcheggio auto al Vomero, parcheggio poi pagato a caro prezzo. Sei euro l'ora. «Ero con una amica, ci abbiamo messo tantissimo a trovare parcheggio e fin qui è praticamente normale. Quel che mi ha stupito è il costo. Un'ora di sosta per una utilitaria al Vomero pagata 6 euro: ma è normale?».
La risposta è purtroppo sì:è difficile trovare, soprattutto nelle zone della movida, parcheggi ad una tariffa inferiore ai 5 euro l'ora. Senza dimenticare che le frazioni di ora valgono quanto un'ora intera. E dunque, bastano pochi minuti in più per far scattare l'ora successiva e dunque un aumento del prezzo finale pagato dall'automobilista, costretto a pagare cifre elevate anche per tutta una serie di disservizi che non dipendono da lui.
A permettere, infatti, che i prezzi siano alle stelle è l'elevata richiesta di posti auto e la bassissima disponibilità dei parcheggi pubblici: in quartieri come il Vomero, ma anche al Centro Storico e a Fuorigrotta, soprattutto nelle zone più frequentate dai napoletani, è quasi impossibile trovare un posto libero, neppure sulle strisce blu a pagamento del Comune. E spesso, lasciare l'auto in strada porta anche un secondo problema, quello dei parcheggiatori abusivi che, di continuo, vessano gli automobilisti costretti a pagare spesso due volte: le strisce blu e gli abusivi, per evitare in quest'ultimo caso ripercussioni alle proprie automobili.
Da qui il "male minore", ovvero rifugiarsi nei garage privati, che possono dettare legge e scegliere il prezzo che più preferiscono: nessuna truffa, ovviamente, perché le tariffe sono sempre chiare ed esposte prima ancora di entrare, e tutto viene fatturato con scontrini, pagamenti con pos e così via. Ma la sensazione che molti napoletani hanno è quella del "prendere o lasciare": ovvero, o pagare (salato) per un parcheggio privato, oppure non parcheggiare affatto, e girare a volte anche per ore alla ricerca di un posto che, altrettanto spesso, non salta mai fuori oppure che viene subito "puntato" dall'abusivo.
Un sistema, dunque, che si alimenta da solo: anche perché la mancanza di mezzi pubblici, soprattutto la sera, rende obbligatorio o quasi l'autovettura per spostarsi. Se la provincia, di fatto, non è collegata a Napoli (e rappresenta una quota importante del traffico economico generato dai parcheggi), non va meglio in città: l'area orientale di Napoli, abbandonata a sé stessa fin da quando venne inglobata nel capoluogo partenopeo negli Anni Venti dal regime fascista, ha scarsissimi collegamenti con il centro della città.
E anche nello stesso centro, la situazione non è delle migliori: pochissimi autobus notturni, metropolitana e funicolare che chiudono molto presto rispetto ad altre città, rendono insomma quasi impossibile spostarsi in altri mezzi se non la propria vettura privata: con l'addio anche ai monopattini elettrici, resta di fatto solo il bike sharing, che però a Napoli non sembra aver attecchito. E questo proliferare di automobili comporta anche un traffico cittadino che, di fatto, rende la città paralizzata per l'intera giornata, oltre a tutti gli effetti nefasti per l'inquinamento ambientale ed acustico.