La storia degli ospedali Covid della Campania ancora chiusi
L'emergenza sanitaria in Italia è iniziata il 31 gennaio 2020, quando il Consiglio dei ministri l'ha proclamata dopo l'inizio dell'epidemia da nuovo Coronavirus. In Campania a fine febbraio inizio marzo abbiamo iniziato ad avere i primi problemi, focolai, cluster e contagi e il 24 febbraio l'Unità di Crisi nominata dalla Regione Campania ha iniziato con le prime ordinanze firmate dal presidente della Regione Vincenzo De Luca per limitare i contagi. Da allora ad oggi, la Regione Campania non è riuscita a portare a termine il cronoprogramma di apertura dei cosiddetti Covid Center, gli ospedali modulari che nei progetti di De Luca dovrebbero aumentare e soddisfare (in condizioni di non critcità) la domanda di terapie intensive e subintensive per i malati di Covid-19 in Campania.
I Covid Center prefabbricati voluti da De Luca sono costati 18 milioni di euro e sono stati realizzati a Napoli, Caserta e Salerno. Nel mese di luglio Fanpage.it ha mostrato che le strutture di Caserta e Salerno non sono mai entrate in funzione perché prive di collaudo. Siamo nel mese di ottobre: in queste ore la Campania è la prima regione in Italia per numero di contagi. Siamo entrati negli ospedali prefabbricati che dovrebbero servire a fronteggiare l’epidemia a Caserta e Salerno. Sono ancora chiusi.
C'è anche una inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli sugli appalti di questi prefabbricati: i primi indagati sono due fedelissimi del governatore della Regione Campania, il consigliere regionale rieletto Luca Cascone e il direttore generale dell'Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva. Con loro il presidente di SoReSa, la società pubblica della Regione Campania che si occupa di appalti, Corrado Cuccurullo e la dirigente dell'ufficio di gabinetto di De Luca, Roberta Santaniello che è anche componente della direzione nazionale del Partito Democratico.