Ospedale del Mare, i moduli del Covid Center fatti senza nuove tubature: “Resteranno solo 90 giorni”
I moduli del Covid Hospital nel parcheggio dell’Ospedale del Mare di Napoli, con 72 posti di terapia intensiva previsti, sono stati realizzati nel 2020 senza le “opere preventive” dei sottoservizi, ossia le tubature per gli allacci di acqua, fognature, elettricità e gas. I prefabbricati sono stati "posati direttamente sul terreno" e collegati alle reti già esistenti dell'ospedale del quartiere Ponticelli.
Il tutto con una semplice comunicazione di avvio dei lavori (una sorta di Scia, "Segnalazione certificata di inizio attività") dell'Asl Napoli 1 al sindaco di Napoli e da questi agli uffici dell'Urbanistica, bypassando, per motivi di urgenza, le procedure per le opere pubbliche. Già, perché i moduli in questione, costati circa 8 milioni di euro, dovevano rimanere «per un massimo 90 giorni – ossia 3 mesi – e poi essere rimossi».
Lo scrive il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, nella comunicazione di avvio lavori inviata un anno fa al Comune di Napoli. La pandemia da Nuovo Coronavirus, però, si è dimostrata ben più lunga e i moduli del Covid Hospital, a 10 mesi di distanza, sono ancora lì. L’8 gennaio 2021, il parcheggio esterno dell’Ospedale del Mare, in una zona non vicina a quella dei moduli, è imploso con tutti i sottoservizi. E il problema si è posto in tutta la sua gravità. Il potenziamento delle terapie intensive era, ed è, chiaramente un obiettivo importante, ma, sforati i tre mesi dall'installazione, sono il Comune ha fatto i controlli?
Il crollo del parcheggio l'8 gennaio 2021
A collassare, lo scorso 8 gennaio, una massa di 2.000 metri cubi di terreno che ha creato una voragine di 20 metri di profondità. A causa del cedimento, l’Ospedale del Mare è rimasto senza riscaldamenti per quasi due settimane. La magistratura ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità e bisognerà aspettare il termine delle indagini dei giudici per capire quali possano essere stati i motivi del crollo. Qualsiasi altra ipotesi al momento è prematura e nessun collegamento c'è tra il crollo e la realizzazione dei moduli del Covid Hospital. L’area è stata poi dissequestrata dopo 10 giorni, per consentire i lavori di ripristino dei riscaldamenti dell’Ospedale e dei sottoservizi.
Senza i posti letto dell’Ospedale del Mare la Campania rischierebbe di scivolare di nuovo in zona rossa Covid. I disagi patiti in questi giorni dal nosocomio dell’area orientale hanno avuto un impatto pesante anche sul resto della sanità napoletana, con l’aumento dei pazienti Covid al Cardarelli, per esempio, dove sono stati dirottati i flussi.
La comunicazione dei lavori firmata da Verdoliva
La comunicazione di avvio dei lavori del Covid Center è di domenica 22 marzo 2020. Viene inviata dal Direttore Generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, al sindaco di Napoli Luigi De Magistris, con ad oggetto: “Covid19, presidio temporaneo per Terapia Intensiva P.O. Ospedale del Mare”, con la quale il manager “comunica che in data odierna sono iniziate le opere di allestimento di tale struttura temporanea”.
Ecco il contenuto della comunicazione di Ciro Verdoliva:
La Regione Campania per far fronte all’emergenza Covid19 ha predisposto un Piano dei primi interventi urgenti di Protezione Civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili in linea con gli indirizzi del Governo Nazionale e con la finalità di contrastare il contesto di criticità in atto, assicurando l’indispensabile assistenza e ricovero alla popolazione colpita, di rimuovere le situazione di contaminazione e rischio onde evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone, mediante interventi da realizzarsi nella prima fase dell’emergenza.
Tale piano prevede presso l’Ospedale del Mare una struttura modulare di posti letto mobili per la terapia intensiva per un totale di 72 posti letto in tre moduli ognuno da 24 posti letto da realizzarsi nei prossimi 18-32 giorni con scadenza chiavi in mano rispettivamente 6, 13, 20 aprile 2020. La scelta dell’area ricade nel Lotto 2 (planimetria allegata) perché l’unica che prevede l’immediata installazione senza opere preventive che richiederebbero tempi non coerenti con il cronoprogramma della consegna chiavi in mano.
“I moduli prefabbricati posati direttamente a terra”
Il progetto scelto a seguito di una procedura urgentissima di evidenza pubblica, prevede l’installazione di tre moduli prefabbricati della dimensione totale di circa 40 per 60 metri di altezza di poco superiore ai 3 metri, posati direttamente sul terreno previa realizzazione di una piastra d’appoggio in cemento armato (cca) con allacciamento ai sottoservizi già in esercizio dell’Ospedale del Mare
“Resteranno al massimo 90 giorni”
L’esperienza, se pur breve, fin qui maturata fa sperare che il presidio temporaneo debba funzionare per un massimo di 90 giorni”. “Pur rientrando il presidio temporaneo tra le opere pubbliche si fa riferimento per analogia – tenuto conto della straordinarietà emergenziale Covid19 – all’articolo 6 del Decreto Legislativo 380 del 2001, laddove è esplicitamente previsto alla lettera e-bis “le opere dirette a soddisfare obiettive esigenze contingenti e temporanee e ad essere immediatamente rimosse al cessare della necessità e comunque entro un termine non superiore a 90 giorni, previa comunicazione di avvio lavori all’amministrazione comunale.
In Comune pratica all’Urbanistica
La comunicazione viene inviata dall'Asl Napoli 1 al sindaco Luigi De Magistris il 22 marzo e quindi arriva all’area Urbanistica il 27 marzo 2020, “per ogni urgente azione di competenza – scrive l'architetto che firma la nota – al fine di fornire la massima disponibilità per contenere l'emergenza sanitaria da Covid19”.
L’Asl Napoli 1: “Nessuna indagine interna sul crollo”
L’Assessore alle Attività Produttive della Regione Campania, Antonio Marchiello, in risposta ad una interrogazione del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Verdi-Europa Verde), venerdì 22 gennaio 2021, ha spiegato che “il direttore dell'Asl Napoli 1 ha riferito che l'area è stata oggetto di sequestro sin dalle prime ore successive all'implosione e pertanto nessuna indagine interna è stata ancora avviata, sia per non inquinare le indagini in corso, sia per l'impossibilità di accedere all'area oggetto della voragine”. “Inoltre – ha aggiunto Marchiello – le informazioni richieste riguardo l'epoca e l'autore della progettazione dell'area indicate sono state rese ai Pubblici Ministeri che conducono l'indagine e pertanto si ritiene che non sia opportuno fornirle in questa sede”. “Non capiamo i motivi per i quali i nomi o almeno le date dei collaudi non possono essere rese noti – la replica di Borrelli – C'è stato un incidente che poteva diventare una tragedia e la cittadinanza ha tutto il diritto di conoscere le persone, le date e le realtà coinvolte in questa storia”.