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Estorsione nell’Ospedale del Mare per i De Luca Bossa, preso. Era “scappato” da Ponticelli

In manette 36enne ritenuto vicino al clan De Luca Bossa: rintracciato in un’altra città, avrebbe imposto una tangente a una ditta dell’Ospedale di Ponticelli.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Si sarebbe presentato come emissario del clan De Luca Bossa e avrebbe imposto una tangente a una ditta che si occupa di pulizia e manutenzione nell'Ospedale del Mare di Ponticelli. Con l'accusa di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, è finito in carcere il 36enne Carmine Pecoraro, ritenuto al gruppo di camorra di Napoli Est; l'uomo è stato rintracciato dai poliziotti in un'altra provincia campana, dove probabilmente si era spostato per timore di ritorsioni per la faida tra i clan di Napoli Est.

L'episodio contestato risale allo scorso dicembre, quando una persona aveva avvicinato i responsabili della ditta e aveva fatto la richiesta di denaro, motivandola esplicitamente come soldi dovuti al clan De Luca Bossa per il "permesso" di continuare a lavorare su quel territorio. Erano partite le indagini, affidate alla Squadra Mobile della Questura di Napoli (coordinata dal dirigente Alfredo Fabbrocini), gli investigatori avevano identificato il presunto responsabile ed era così arrivata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Dell'uomo, però, non c'era traccia: era sparito dal territorio. Una "fuga" che, ritengono gli inquirenti, potrebbe essere collegata all'ennesima rottura degli equilibri criminali nella periferia orientale di Napoli, dove ormai da anni il cartello composto dai De Luca Bossa – Minichini – Casella si contrappone a quello del De Micco – De Martino. Le ricerche si sono concluse ieri, quando Pecoraro è stato infine rintracciato in un'altra provincia e ammanettato.

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