Oscar Di Maio: “Ai tempi di TeleCafone regalavo terni al lotto. Francesca Pascale mi deluse umanamente”
Oscar Di Maio è stato un volto centrale nel mondo delle Tv locali in Campania a cavallo tra anni Novanta e Duemila. Con il suo personaggio del cafone ha vissuto un periodo di enorme popolarità grazie alla striscia quotidiana TeleCafone, in onda sull'emittente TeleCapri. Di Maio si è raccontato nella prima puntata del podcast Tozzabancone, nato dal gruppo social Telecapri Operazione Nostalgia.
In particolare Di Maio ha parlato delle sue origini artistiche, che non sono note a tutti. Discendente di una nota famiglia di attori napoletani da parte di madre, ha raccontato la scelta del suo pseudonimo artistico: "Ho preso il cognome di mia madre perché teatralmente mi è convenuto, all'anagrafe sono Oscar Paolozzi, ma a me serviva il cognome di mia madre, perché lui era preside di scuola". La scelta di questo nome ha creato anche un equivoco in relazione all'omonimia con suo cugino, Oscarino Di Maio, anche lui attore e protagonista con Di Maio di molte gag televisive.
Il terno annunciato in Tv
La popolarità al tempo di TeleCafone era enorme, tanto che il suo personaggio iniziò anche a dare i numeri, letteralmente: "Andai a Telecapri per fare uno spot in cui annunciavo il nuovo orario dei programmi. ‘Statemi a sentire, prendete carta e penna', dicevo, lo spot durò un quartò d'ora. Davo i nuovi orari e dissi: '13 22 e 30. Giocateveli, questo è un terno del cafone'. Di notte mi chiama il padrone di Telecapri: ‘Ma che hai fatto? Qui si è ribaltata Napoli, hai dato il terno in televisione?'. Il giorno dopo sui giornali scrivevano ‘Il cafone sbanca il lotto'. L'unico scemo a non giocarli fui io". E non è tutto, racconta Di Maio:
Il miracolo va oltre, una settimana dopo mia moglie mi disse di aver visto dei miei manifesti con due numeri scritti sotto. Mi disse di darli in Tv, all'inizio non ero convinto ma poi chiamai Telecapri per fare un telegiornale e consigliai i due numeri. Uscì un altro ambo. La battuta più bella di tutti la fece un tassista che mi incontrò in strada: "Ora devi squagliare solo il sangue!".
Da Gomorra a Mixed By Erry, i ruoli di Di Maio
Nel corso degli anni Di Maio, che non ha mai smesso di girare con i suoi spettacoli nemmeno dopo la fine dell'epopea delle Tv locali, ha ottenuto anche diversi ruoli in alcune produzioni nazionali. In particolare lo si ricorda per il ruolo del sindaco corrotto in Gomorra (a lui Genny Savastano va a chiedere le firme distruggendo la scrivania del suo ufficio con una mazza da baseball), così come nel film Mixed By Erry e I Bastardi di Pizzofalcone. Ruoli essenzialmente malvagi, cosa che lui ha commentato ironicamente: "È un tormento, mi chiamano sempre a fare cose che non so fare, una volta devo uccidere una persona, un'altra devo violentare una persona".
Inevitabile un passaggio su Francesca Pascale, che da giovanissima aveva partecipato al suo programma e che poi diventò compagna di Silvio Berlusconi: "Umanamente sono rimasto male con lei, perché quando è venuta a casa mia non era nemmeno maggiorenne, veniva accompagnato dal padre e un amico. Io ero molto attento, le prove e le registrazioni partivano da casa mia, era una cosa a conduzione familiare, spesso mangiava a casa mia, la accompagnavamo a casa, mi sentivo quasi un suo tutore". L'attenzione su di lui si concentrò quando iniziarono a riemergere i video degli stralci di Telecafone con i video di Pascale giovanissima, mentre lei diventava compagna dell'allora premier e a dividerli c'era un'enorme differenza d'età: "Quando nacque il fatto di Berlusconi lei me lo disse, io lo capii perché lei si confidava molto con Vincenzo Paudice. Francesca mi chiamò e mi chiese la cortesia di non far sapere questa cosa e io non dissi nulla". Poi la cosa scoppiò e Di Maio fu raggiunto da richieste di interviste da tutta Europa: "Fui bombardato di chiamate". L'attore lascia intendere di essere rimasto deluso dal fatto che Pascale, probabilmente, non abbia apprezzato quelle sue dichiarazioni.