Ornella Pinto uccisa a Napoli con 13 coltellate, per Procura fu premeditazione
Tutto ruota intorno all'arma del delitto, un coltello da cucina con lama da 21 centimetri: Pinotto Iacomino, sotto processo per l'omicidio della moglie, l'insegnante 40enne Ornella Pinto, afferma di averlo trovato nella casa dove la donna viveva con il loro bambino; per la Procura, invece, l'arma è simile a quelle dei set che si trovano nell'hotel gestito dall'uomo, e sarebbe stata portata di proposito quella notte. Un particolare fondamentale, che fa la differenza tra la versione del raptus, sostenuta dal 43enne, e quella dell'omicidio premeditato, tesi sui cui invece battono gli inquirenti.
Ieri, davanti ai giudici della Corte di Assise, Iacomino ha ribadito la confessione che aveva già reso ai carabinieri di Montegabbione (Terni) la mattina del 13 marzo scorso. Ha affermato di essere stato lui a uccidere nel sonno Ornella Pinto con 13 coltellate nell'abitazione dove viveva con lei prima della separazione e quando in casa c'era anche il bambino, che al momento dell'omicidio dormiva in un'altra stanza. Iacomino ha però sostenuto di avere agito in preda a un raptus, e di avere usato un coltello trovato sul posto.
Secondo la Procura di Napoli, al contrario, si è trattato di omicidio premeditato, e la prova sarebbe proprio in quel coltello, che Iacomino avrebbe preso dall'hotel che gestiva e avrebbe portato nell'appartamento, di cui aveva le chiavi, nascosto in uno zaino. Per questo motivo la Procura nello scorso maggio aveva presentato istanza di giudizio immediato e aveva contestato all'uomo l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà; dagli accertamenti è emerso che la tredicesima coltellata è stata quella fatale. Il movente potrebbe essere la gelosia: è infatti emerso che Ornella, dopo la fine della relazione con Iacomino, aveva allacciato un'altra relazione sentimentale.