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L'omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica

Omicidio Vassallo, chiuse le indagini: in 8 rischiano il processo, tra loro il colonnello Cagnazzo

Avviso di chiusura delle indagini sull’omicidio del “sindaco pescatore”, Angelo Vassallo; per la Procura sarebbe stato ucciso per impedire che denunciasse un traffico di droga a Pollica, nel Cilento.
A cura di Nico Falco
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State chiuse le indagini sull'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica, nel Cilento, ucciso il 5 settembre 2010: l'ufficio inquirente, coordinato dal procuratore Giuseppe Borrelli, ha fatto notificare gli avvisi di conclusione ad otto indagati, preludio della richiesta di rinvio a giudizio. Ora gli indagati, attraverso i legali, hanno 20 giorni per replicare alle accuse mosse nei loro confronti. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono di omicidio, depistaggio e traffico di droga. Resta il nodo dell'esecutore materiale: a nessuno degli indagati la Procura contesta direttamente l'omicidio.

Tra i destinatari degli avvisi ci sono il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo (difeso dall'avvocato Ilaria Criscuolo), che si trova detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, l'ex carabiniere Lazzaro Cioffi (difeso dall'avvocato Giuseppe Stellato), anche lui detenuto, l'imprenditore Giuseppe Cipriano (difeso dall'avvocato Giovanni Annunziata) e l'ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso. Gli altri quattro avvisi sono stati notificati ai fratelli Domenico, Giovanni e Federico Palladino, imprenditori salernitani, e a Giovanni Cafiero. Gli avvisi di conclusione indagine sono stati firmati dai sostituti procuratori di Salerno Elena Guarino e Maria Mafalda Cioncada, coordinati dal procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale e dal procuratore Giuseppe Borrelli.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Vassallo sarebbe stato assassinato perché sul punto di denunciare un traffico di droga che avrebbe coinvolto il comune del Cilento di cui era il Sindaco. La tesi è stata fino ad ora respinta fermamente dagli indagati e dai loro legali. Il presunto esecutore materiale dell'omicidio non è stato individuato: la Procura non contesta a nessuno degli otto indagati il ruolo di avere sparato i nove colpi di arma da fuoco verso il sindaco, uccidendolo nella sua automobile. Ad alcuni (tra cui Cagnazzo) viene contestato il depistaggio delle indagini; Cipriano, Ridosso e Cioffi si sarebbero occupati dei sopralluoghi per organizzare l'omicidio, assicurandosi che non ci fossero telecamere.

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