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L'omicidio di Ugo Russo a Napoli

Omicidio Ugo Russo, chiuse le indagini: il carabiniere gli ha sparato alla testa, il ragazzo era in fuga

Svolta nelle indagini sulla morte di Ugo Russo a Napoli, il 15enne ucciso mentre tentava una rapina da un carabiniere fuori servizio la notte tra il 28 febbraio e il 1 marzo 2020. Secondo gli inquirenti i colpi esplosi dal militare sono stati 4, due mentre il giovane fuggiva.
A cura di Gaia Martignetti
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Vincenzo Russo è seduto su uno scalino, è al telefono da questa mattina. Nei Quartieri Spagnoli, dove vive con la famiglia, campeggia la foto di suo figlio Ugo e oggi non si parla di altro. Dopo quasi tre anni dalla notte della sua morte, oggi c'è una potenziale svolta. Il 6 ottobre c'è stata la conclusione delle indagini preliminari della Procura di Napoli, indagini partite quando era procuratore Giovanni Melillo e terminate sotto il coordinamento dell'attuale procuratrice reggente Rosa Volpe . Il carabiniere che ha sparato la notte tra il 28 febbraio e il 1 marzo 2020 ora potrebbe rischiare il processo.

L'ipotesi è quella di omicidio volontario, con aggravante di tempo e luogo "tali da ostacolare la privata difesa", di aver commesso il fatto con l'abuso di poteri e violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione e il pubblico servizio e con quella di aver commesso il fatto ai danni di un minore. Ma facciamo un passo indietro.

È la notte tra il 28 febbraio e il 1 marzo 2020 quando Ugo Russo, in sella a un motorino con un altro ragazzo, si avvicina a un auto a via Generale Giordano Orsini. Con sé ha una pistola giocattolo priva del tappo rosso. La punta a un uomo, un giovane carabiniere fuori servizio che è a bordo della vettura insieme a una ragazza.

Quello che accade dopo, in questi due anni e mezzo è stato al centro delle indagini della procura. Il carabiniere spara e Ugo muore, dopo aver tentato una rapina, a soli 15 anni. Dalle prime ricostruzioni con una nota diffusa dalle forze dell'ordine, si sosterrà che il carabiniere si è qualificato. Il ragazzo che era con Ugo in prima battuta sosterrà il contrario.

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Il carabiniere ha sparato due volte mentre il ragazzo era in fuga

Secondo quanto si evince dalle conclusioni delle indagini preliminari i colpi esplosi verso Ugo dal carabiniere fuori servizio sono 4, i primi due a distanza ravvicinata. Uno lo trapassa alla spalla sinistra, l'altro manca il bersaglio.

Da quanto sostenuto dagli inquirenti,  "Ugo Russo era in fuga cercando di raggiungere il motoveicolo", il carabiniere fuori servizio "usciva dalla posizione di parcheggio collocandosi quasi perpendicolarmente alla posizione precedente ed esplodeva altri 2 colpi all'indirizzo di Ugo Russo". Uno lo raggiunge in posizione sottosternale, l'altro "lo colpiva alla testa, trapassandola, e provocandogli lesioni irreversibili che, successivamente, ne avrebbero cagionato la morte". Ora bisognerà capire se ci sarà un rinvio a giudizio per il militare.

Mentre questo fiume di inchiostro sancisce la chiusura delle indagini sulla morte di suo figlio, Enzo assiste a un altro funerale nel quartiere. Quello di suo figlio, invece, lo rivive tutti i giorni insieme a sua moglie. "Aspettavamo questa notizia da circa 32 mesi, spiega a Fanpage.it, pare si stia arrivando alla verità che abbiamo sempre chiesto di accertare. Chiediamo giustizia per nostro figlio, che doveva essere messo a confronto con il suo errore, che abbiamo sempre riconosciuto".

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Parla il papà di Ugo Russo

Sulla notizia di chiusura delle indagini ha rilasciato un comunicato anche il "Comitato Giustizia e Verità per Ugo Russo"

"Omicidio volontario" con le aggravanti di aver approfittato delle circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la difesa (art. 61 comma 1 n.5), dell'abuso di potere (art.61 comma 1 n.9) e di aver commesso il delitto ai danni di un minore (art. 61 comma 1 n. 11 Quinques).

Con queste contestazioni formali, come riportato già stamani da alcuni giornali, si sono finalmente chiuse le indagini per la morte di Ugo Russo dopo due lunghi anni e otto mesi dalla maledetta notte in cui è stato ucciso a soli quindici anni!

Una lunga attività di indagine in cui confluiscono numerosi elementi, fra cui le immagini delle telecamere di sorveglianza e i risultati di molteplici perizie (dalla polizia scientifica all'analisi balistica e medica) alcune delle quali nella formula dell'incidente probatorio, aventi quindi già valore di prova costituita in ambito processuale.

Dalle indagini emerge in particolare che ci sono state due fasi distinte nella sequenza dell’omicidio: secondo le perizie Ugo viene colpito una prima volta alla spalla vicino l'auto, poi scappa.

Un carabiniere fuori servizio, rimette in moto l'auto, la sposta in modo da rimettere il ragazzo in linea di tiro ed esplode altri colpi di pistola, tra cui quello mortale che colpisce Ugo alla testa quando ormai era vicino al motorino. Ugo Russo viene colpito mortalmente "mentre è in fuga" scrivono testualmente i pubblici ministeri applicati all'indagine.

Il comunicato del Comitato, poi, continua:

"Per la mia famiglia, per mia moglie e i miei altri figli, sono stati e sono anni difficilissimi. Abbiamo sopportato il dolore della perdita di Ugo insieme a pressioni e insulti di ogni tipo perché continuiamo a chiedere giustizia e verità. Abbiamo ricevuto anche tanta solidarietà da chi pensa che la giustizia deve valere per tutte e tutti.

Nulla potrà restituirci Ugo, ma ora chiediamo che il processo arrivi presto. Abbiamo bisogno della completa verità" sono le prime parole di Enzo Russo.

Se questi due anni e otto mesi sono sembrati ancora più interminabili è sicuramente per la continua aggressione morale subita dalla famiglia di Ugo in molte forme. Una parte dei media e dell’opinione pubblica cittadina è sembrata molto più interessata alla permanente criminalizzazione di un ragazzo di quindici anni piuttosto che a comprendere cosa fosse effettivamente successo quella notte.

Domani ci sarà una conferenza stampa dei familiari del giovane deceduto e dei loro avvocati:

A pochi è importato approfondire se ad Ugo fosse stata applicata una pena di morte senza processo, come sembrava indicare fin da subito il luogo del ritrovamento del suo corpo e il colpo alla nuca. Continueremo a fare informazione e mobilitarci sul processo ma auspichiamo finalmente una riflessione pubblica diversa che riguardi il futuro dei ragazzi dei quartieri popolari, ma anche sull'attitudine e sulla formazione delle persone a cui i corpi di sicurezza dello Stato mettono un'arma in mano. (apprendiamo dai giornali che la persona imputata dell'omicidio volontario di Ugo sarebbe attualmente in servizio… Fermo restando che deve essere celebrato il processo ci lascia attoniti che una persona accusata di omicidio volontario non sia stata sospesa e sia autorizzata a restare in servizio e girare armata).

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