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L’omicidio Silvia Nowak ricostruito con le telecamere: assassino rientrato in casa dal retro

I carabinieri hanno sottoposto a fermo Kai Dausel, compagno di Silvia Nowak, uccisa a Castellabate (Salerno): il 62enne l’avrebbe ammazzata con un oggetto contundente e avrebbe cercato di distruggere il corpo col fuoco.
A cura di Nico Falco
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I carabinieri sul luogo del ritrovamento del corpo di Silvia Nowak
I carabinieri sul luogo del ritrovamento del corpo di Silvia Nowak

Ad uccidere Silvia Nowak, la 58enne scomparsa il 15 ottobre ad Ogliastro Marina, frazione di Castellabate (Salerno), e ritrovata tre giorni dopo senza vita, sarebbe stato il compagno, il 62enne Kai Dausel: l'avrebbe colpita ripetutamente con un oggetto contundente e tagliente alla testa e al corpo in un luogo isolato e avrebbe cercato di distruggere il corpo col fuoco, per poi simularne la scomparsa; non comparirebbe nelle registrazioni delle telecamere di sorveglianza perché sarebbe rientrato in casa dal retro dell'abitazione: su un paletto della recinzione è stato trovato del sangue della vittima. Ricostruzione della Procura di Vallo della Lucania, che ha emesso il decreto di fermo nei confronti dell'uomo.

Il sangue della vittima sul paletto

A indirizzare gli inquirenti verso il 62enne sono state dichiarazioni, deduzioni logiche, ed elementi documentali e scientifici, tra cui i rilievi e i successivi accertamenti eseguiti dal Ris di Parma. Tra gli elementi repertati, delle tracce di sangue riconducibile a Silvia Nowak che erano su un paletto della recinzione confinante con la pineta, circostanza che ha portato gli inquirenti a ritenere che l'assassino sia tornato nella casa passando dalla parte posteriore dell'abitazione.

Secondo gli inquirenti, Dausel avrebbe ucciso la donna il 15 ottobre, ovvero nel giorno in cui aveva poi denunciato la scomparsa. L'omicidio sarebbe avvenuto nel bosco confinante con la proprietà della vittima, quindi non troppo distante dall'abitazione dove entrambi vivevano da anni. Contestualmente all'esecuzione del fermo sono state avviate le perquisizioni presso le abitazioni dove l'uomo ha vissuto stabilmente dopo l'omicidio. Il movente non è stato ancora ricostruito.

La panchina rossa per Silvia Nowak

Ieri Kai Dausel, accompagnato dal suo avvocato, aveva preso parte all'iniziativa "Insieme per Ogliastro", nel corso della quale era stata posata una panchina rossa, simbolo del contrasto alla violenza sulle donne. L'uomo aveva anche deposito alcune rose rosse, accomodandosi accanto alla scritta "Non lasciare la panchina vuota. Siediti e pensa". Anche in quella circostanza era stato fermato da diversi cronisti, a cui aveva ribadito la volontà di conoscere la verità sulla morte della compagna.

La scomparsa di Silvia Nowak e il ritrovamento

Il cadavere era stato ritrovato il 18 ottobre dalla Polizia Locale, dopo tre giorni di ricerche; era nella vegetazione, nascosto da alcune sterpaglie, in stato avanzato di decomposizione e semi carbonizzato. L'autopsia non è stata ancora depositata ma, in base ai primi elementi, la donna aveva delle lesioni da sfondamento alla testa e dei tagli sul corpo (non si esclude che possano essere state causate con lo stesso oggetto) e altri tagli al bacino.

Il compagno era stato ascoltato dagli inquirenti e, alcuni giorni dopo, il suo avvocato, Felice Carbone, aveva parlato di quella che riteneva essere una "prova regina" per dimostrare l'innocenza dell'uomo: la 58enne era stata ripresa dalle telecamere mentre si allontanava da sola dall'abitazione in un orario in cui il 62enne stava dormendo.

Il provvedimento è stato eseguito questa mattina, 15 dicembre, dai carabinieri della Compagnia di Agropoli col supporto dei militari del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Salerno; le accuse sono di omicidio aggravato e distruzione di cadavere.

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