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Omicidio Nicola Liguori, imputato portato nel tribunale sbagliato: salta la prima udienza del processo

Pasquale Pezzella, unico imputato per l’omicidio di Nicola Liguori, il 39enne di Frattamaggiore dato alle fiamme nel luglio 2022 e morto dopo 10 mesi in ospedale, portato nel tribunale di Napoli Nord ad Aversa invece che al Tribunale di Napoli: salta la prima udienza del processo.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il tribunale è quello sbagliato, e manca anche il giudice a latere: salta così la prima udienza del processo per l'omicidio di Nicola Liguori, il 39enne di Frattammagiore, in provincia di Napoli, che morì dopo dieci mesi di agonia in seguito alle fiamme che gli furono appiccate mentre era in strada, parlando al telefono. Per quell'omicidio l'unico imputato è Pasquale Pezzella, chiamato a rispondere davanti alla II Sezione di Corte d'Assise di Napoli, presieduta dal giudice Concetta Cristiano, dell'accusa di omicidio volontario aggravato. Ma il processo, che sarebbe dovuto iniziare ieri, ha visto subito un rinvio perché Pezzella è stato portato al tribunale di Napoli Nord, ad Aversa, invece che al tribunale di Napoli.

Mancando l'imputato, ed assente anche il giudice a latere, non si è dunque potuto procedere neppure alla costituzione delle parti. Alla fine la presidente del collegio, in accordo con il pubblico ministero Alberto Della Valle e con gli avvocati della difesa e quelli di parte civile, non ha potuto fare altro che disporre il rinvio della prima udienza del processo: la nuova data è stata fissata al 24 ottobre.

La vicenda accadde il 1° luglio del 2022, quando Nicola Liguori, 39enne di Frattamaggiore, in videochiamata con la fidanzata mentre era in via Tiziano, venne improvvisamente dato alle fiamme. Le ferite riportate, da subito giudicate gravissime, ne causarono la morte a distanza di dieci mesi, l'8 maggio di quest'anno. Nel frattempo, gli inquirenti avevano fermato Pasquale Pezzella, 36 anni, accusandolo di essere lui il responsabile della vicenda. Fin dal primo momento, l'uomo si è dichiarato estraneo ad ogni accostamento: lo aveva spiegato a Fanpage.it l'avvocato Fernando Maria Pellino, difensore di Pezzella, che davanti al giudice per le indagini preliminari aveva spiegato di essere sceso di casa soltanto quando aveva visto le fiamme. Ad accusarlo ci sarebbe solo la circostanza del nome, quello di battesimo, pronunciato dalla vittima dell'aggressione anche durante l'incidente probatorio in ospedale. Neppure la fidanzata della vittima, in videochiamata con lui, era riuscita a vedere il volto dell'aggressore, a causa della scarsa illuminazione.

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