Omicidio Marzia Capezzuti, primo rinvio a giudizio è per il 15enne: avrebbe partecipato al delitto
Rinviato a giudizio il 15enne di Pontecagnano Faiano coinvolto nelle indagini per l'omicidio di Marzia Capezzuti, la ragazza milanese sparita nel nulla e poi ritrovata morta a distanza di mesi in un casolare abbandonato a pochi chilometri dalla casa dove viveva. Il 15enne, che si trova nel carcere di Nisida, è il figlio di Damiano Noschese e Mariabarbara Vacchiano, gli altri due indagati per la morte di Marzia, attualmente nel carcere di Salerno in attesa che si chiudano le indagini anche nei loro confronti. Per il figlio 15enne invece la decisione del rinvio a giudizio è arrivata dal Tribunale dei Minori di Salerno: il gip Piero Avallone ha avallato la richiesta della procuratrice Patrizia Imperato, ed ha dunque disposto il rinvio a giudizio per il giovane, che è accusato di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dal fine di conseguire l’impunità per i maltrattamenti precedentemente commessi e dai motivi abbietti, nonché per occultamento di cadavere.
Un'indagine durata oltre un anno
La vicenda di Marzia Capezzuti era iniziata quando la 29enne milanese, che viveva a Pontecagnano Faiano, era scomparsa l'8 marzo 2022 senza lasciare traccia. Il suo corpo è stato ritrovato solo il 25 ottobre dello stesso anno, in un casolare abbandonato tra Montecorvino Pugliano e la stessa Pontecagnano Faiano. Ad essere iscritti nel registro degli indagati sono attualmente tre persone: Mariabarbara Vacchiano, Damiano Noschese e il figlio 15enne della coppia, da poche ore rinviato a giudizio. Sulla coppia, presso la quale viveva la giovane Marzia, invece, proseguono le indagini. Secondo le recenti perizie, la giovane sarebbe stata torturata nei mesi precedenti all'omicidio, che sarebbe avvenuto per strozzamento. La svolta nelle indagini era avvenuta quando il giovane, in una videochiamata con la sorella, avrebbe descritto l'omicidio ed il luogo dove questo era avvenuto.