Omicidio Marzia Capezzuti, condannato a 16 anni il figlio 15enne della coppia che ha torturato e ucciso la giovane
La storia di Marzia Capezzuti è sintetizzabile in due immagini: la prima è quella di una giovane che avrà sicuramente avuto dei problemi ma tutto sommato sorridente. La seconda è quella di un fantasma, una donna vìolata e maltrattata, avviata ad un tragico destino. La giustizia sta facendo il suo corso e per la morte della 28enne milanese, uccisa a Pontecagnano, nel Salernitano, arrivano le sentenze.
Ora tocca al figlio 16enne di Mariabarbara Vacchiano e Damiano Noschese, ritenuto colpevole, in concorso coi genitori, dell'assassinio della ragazza. Ieri, la sentenza, emessa da Giovan Francesco Fiore, giudice del Tribunale per i minorenni di Salerno: 16 anni di reclusione per il giovane imputato, attualmente recluso nel carcere minorile di Nisida, assistito dall’avvocato Pierluigi Spadafora.
Il giovane uomo è stato ritenuto colpevole per aver «partecipato attivamente» al delitto, seguendo direttive dei genitori. Ad incastrarlo è stato un video, inviato alla sorella, nel quale raccontava come la ragazza è stata strangolata. «L'amm affugat», l'abbiamo affogata aveva dichiarato il giovane alla sorella in un video su Instagram. Una confessione lucida e agghiacciante. La sorella dell'imputato ha consegnato agli investigatori il video che non ha audio ma che è stato letto interpretando il labiale. «Abbiamo finito. L’abbiamo portata a fare un giro. L’abbiamo tirata», si capisce dal video del giovane che avrebbe anche fatto un gesto interpretato come quello dello strangolamento, e avrebbe anche fatto capire che sul corpo della sfortunata giovane «è stato buttato l’acido».
La storia di Marzia Capezzuti
La vicenda di Marzia non sarebbe mai venuta alla luce nella sua tragicità senza l'aiuto e le indagini di "Chi l'ha visto", la storica trasmissione di Raitre che si occupa di persone scomparse e delitti irrisolti. Per mesi Federica Sciarelli ha mandato in onda ogni mercoledì aggiornamenti sulla vicenda e l'inviata Chiara Cazzaniga è andata più volte a Pontecagnano, sfidando anche le minacce di coloro che si sarebbero poi rivelati i carnefici della ragazza.
La storia di Marzia Capezzuti è inquietante. La giovane – fragile e con disturbi psichici – era arrivata a Pontecagnano, nel Salernitano, a ridosso della Piana del Sele, per amore. Il fidanzato purtroppo era morto e lei era rimasta lì, ospitata in casa da tale Barbara, sorella del giovane. Il resto è trama di un film dell'orrore: Marzia sarebbe stata vessata, seviziata, torturata. Legata in cantina, picchiata, le sarebbero stati sottratti ogni mese i soldi del suo assegno di invalidità. Il 6 marzo 2022, epilogo. Marzia viene portata via da casa e scompare nel nulla. Sette mesi dopo il suo corpo viene ritrovato in un casolare di Montecorvino Pugliano.