Omicidio Fortuna Bellisario, Procura chiede condanna per omicidio volontario per marito
La Procura di Napoli ha chiesto la riforma della sentenza di primo grado per Vincenzo Lopresto, condannato a 10 anni di reclusione per la morte della moglie, Fortuna Bellisario, avvenuta a Napoli il 7 marzo 2019: per i pm, che hanno presentato istanza alla Corte di Appello di Napoli, non si è trattato di omicidio preterintenzionale ma di omicidio volontario. L'uomo, che ha scontato due anni di reclusione, è attualmente ai domiciliari in casa della madre, nel Rione Sanità.
Fortuna Bellisario morì in seguito a un pestaggio brutale, a schiaffi e a colpi di stampella, che si concluse soltanto quando la donna era ormai esanime e in preda a emorragie e il 43enne chiamò il 118. Finito sul banco degli imputati e giudicato con rito abbreviato, Lopresto era stato inizialmente accusato di omicidio volontario. Successivamente venne chiesta l'attenuazione dell'ipotesi di reato, che fu modificata in omicidio preterintenzionale, non essendo stata dimostrata l'intenzione di uccidere; il 43enne era stato quindi condannato dal gup a 10 anni di reclusione. E a febbraio, dopo due anni di reclusione, l'uomo, che ha problemi di deambulazione ed è su una sedia a rotelle, è tornato nel Rione Sanità, per scontare la condanna agli arresti domiciliari in casa della madre, che si trova vicino a quella dove aveva abitato con la moglie e dove vivono i figli della coppia.
La scarcerazione di Lopresto aveva suscitato forte disapprovazione nell'opinione pubblica. Nei giorni scorsi c'è stata una manifestazione di protesta davanti al Tribunale di Napoli inscenata all'associazione "Forti Guerriere del Rione Sanità, costituta nel febbraio 2020 in ricordo di Fortuna Bellisario e con lo scopo di offrire sostegno e aiuto alle donne che, proprio come la 36enne, siano vittime di maltrattamenti psicologici o fisici.