Omicidio di Checco Maimone, i freestyle su TikTok già cantano la sua storia
La morte di Francesco Pio Maimone, ucciso da un coetaneo a Mergellina domenica con un colpo di pistola, ha scatenato su TikTok il principio di un movimento artistico senza precedenti, facendo emergere come la questione abbia toccato la sensibilità anche e soprattutto dei più giovani che frequentano la movida cittadina.
Sono già un paio i ragazzi che hanno pubblicato dei freestyle, delle improvvisazioni rap eseguite in macchina con un beat di sottofondo, in cui si prodigano nel racconto della vicenda, provando a esprimere i propri sentimenti, toccati da questa morte innocente e da tutto quello che Napoli di notte sta attraversando in questo periodo storico.
Entrambi i video hanno immediatamente toccato la sensibilità della comunity del social cinese, raggiungendo migliaia di visualizzazioni. Lefar, un rapper emergente, con il suo video ha raggiunto le oltre 800mila visualizzazioni e superato i 90mila like. Ha scelto di raccontare la vicenda da esterno, esprimendo il proprio parere in merito e cercando di trasmettere ai giovani un messaggio positivo, sottolineando quanto sia importante la vita. Poche barre, coincise e dirette.
Canta Lefar, in dialetto napoletano:
Una mamma aspetta che il figlio stasera torni a casa.
Il figlio non torna più perché è morto a terra, l’hanno sparato. Sta cercando di capire, non era coinvolto nella malavita. Perché tu spari un innocente senza alcun motivo?
È stato un attimo e per una pallottola è volato in cielo. Non è che sei più ‘uomo’ se scendi armato di pistola di sera. Capisco il dolore, ma chi darà la forza a un ragazzo di 18 anni?
Non si può morire per sbaglio. Un ricordo è per sempre, ora resta un’altra memoria, anche se si può vedere solo in una foto. Immagina la famiglia,
posate ste pistole, fate i bravi perché la vita qui è solo una.
Diverso l’approccio di 4tr, che su TikTok si chiama Real4tr e con il suo video ha raggiunto le oltre 700mila visualizzazioni. Nel freestyle 4tr si immedesima nel personaggio e racconta la storia parlando in prima persona, come fosse lui stesso il diciottenne ucciso in quella notte di quattro giorni fa.
Mi chiamo Francesco Pio e vengo da Pianura vi racconto la serata e le cose come sono andate: sono passato sotto casa e ho chiesto a nonna come stesse, non sapevo fosse l’ultima volta che ci saremmo visti. Ti abbracciavo, ti baciavo, sarei rimasto un’altra notte da te se avessi saputo ma che ne so che il mondo è così crudele?
Magari me ne sarei andato, ma non si torna più indietro”. Dopo questa breve riflessione, comincia con il racconto vero e proprio, così come descritto da Carlo, il migliore amico di Francesco Pio che era presente al momento della sparatoria.Come ogni sera scendo con un ‘fratello’ a Mergellina per stare in compagnia fuori a uno chalet con Coca Cola e noccioline. Un ragazzo passa e si sporca la scarpa.
Chi poteva pensare fosse il motivo che non mi avrebbe fatto tornare a casa? Non respiro, sto tra le braccia di ‘mio fratello’ che prova ad aiutarmi, ma non può. Volevo dirgli che gli voglio bene, ma senza riuscirci. Ho sentito lo sparo e in un attimo ho visto tutto nero.
Infine il giovane parla con il killer, cercando di trasmettere a sua volta un messaggio ai suoi coetanei. “Ora mi hai ucciso? – conclude – Ora ti credi più uomo? Ti sbagli, uomo non lo sei proprio. Mi hai tolto la vita anche se ero un bravo ragazzo. Hai tolto a mia madre la ragione della sua vita. Volevo crescere, costruirmi una vita insieme alla mia ragazza, ma per colpa tua non è più possibile realizzare questo desiderio e ora dimmi, era meglio una scarpa sporca o la macchia di sangue con la quale mi hai provocato la morte?”.
La storia di Francesco Pio Maimone, ucciso da un suo coetaneo con un colpo di pistola, non è una vicenda isolata. Lo scorso 13 marzo infatti nello stesso luogo era già avvenuta una sparatoria in cui è stato ferito gravemente un diciannovenne, mentre quella stessa sera del 13 marzo un 12enne è stato accoltellato da un coetaneo nei pressi di piazza Municipio.