Omicidio del boss Gaetano Marino a Terracina, confermate le condanne all’ergastolo
Due ergastoli e due condanne a ventidue anni di carcere: la Corte d'Assise di Roma ha confermato tutte le condanne per l'omicidio del boss Gaetano Marino, ‘o moncherino, ucciso il 23 agosto del 2012 sul lungomare di Terracina. Per quest'omicidio, la Corte d'Assisi di primo grado del Tribunale di Latina aveva sancito gli ergastoli per Arcangelo Abbinante, considerato l'esecutore materiale dell'omicidio, e per Giuseppe Montanera, altro componente dell'agguato mortale, mentre per Carmine Rovai e Salvatore Ciotola le condanne erano state di ventidue anni a testa per aver partecipato seppur marginalmente all'agguato, fornendo la logistica.
Chi era Gaetano Marino, il boss degli Scissionisti
Gaetano era il fratello di Gennaro Marino, capo dell'ala militare degli Scissionisti di Secondigliano, oggi detenuto al 41bis, ed assieme avrebbero avuto il controllo delle Case Celesti, e da lì sul traffico di droga tra Scampia e Secondigliano. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'omicidio di Gaetano Marino, detto ‘o moncherino perché privo di entrambe le mani (circostanza che all'allora moglie Tina Rispoli giustificò con un incidente in motocicletta; negli ambienti di camorra, veniva invece riportato che si fosse ferito nell'esplosione di una bomba), avvenne in maniera plateale, davanti ai bagnanti del Lungomare di Terracina, dove probabilmente si sentiva al sicuro da agguati. Era stato avvicinato nei pressi di uno stabilimento balneare della cittadina laziale, attirato in strada con una scusa, e quindi ucciso a colpi d'arma da fuoco.
Gli arresti nel 2017
I quattro condannati per l'omicidio di Gaetano Marino erano stati arrestati nel 2017, con le accuse di omicidio volontario in concorso, con le aggravanti di aver agito con premeditazione e con metodo mafioso, e detenzione illecita di armi. Gli inquirenti erano arrivati a loro proprio ricostruendo i fili delle alleanze e degli agguati che hanno funestato tutta l'area nord di Napoli: in primo grado, Abbinante e Montanera erano stati già condannati all'ergastolo in quanto facenti parte del commando vero e proprio che aprì il fuoco, mentre per Rovai e Ciotola è stata riconosciuta solo la partecipazione logistica all'agguato del 2012. Condanne tutte confermate quest'oggi dal Tribunale di Roma.