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Notizie sull'omicidio di Antonio Natale a Caivano

Omicidio Antonio Natale, il killer pagato 30mila euro: “Per soldi ucciderebbe anche i figli”

Un collaboratore di giustizia ha raccontato i retroscena dell’omicidio del 22enne di Caivano (Napoli), ammazzato dal suo stesso clan nell’ottobre 2021.
A cura di Nico Falco
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Un killer spietato, che già aveva sparato per conto di altri clan, e che "per soldi ucciderebbe anche i propri figli". Così un collaboratore di giustizia descrive Gennaro Pacilio, 56 anni, ritenuto dagli inquirenti l'esecutore materiale dell'omicidio di Antonio Natale, ammazzato il 4 ottobre 2021 e il cui corpo venne ritrovato solo due settimane dopo in un terreno alla periferia di Caivano, in provincia di Napoli. L'uomo, tra i tre destinatari dell'ordinanza eseguita oggi per quella vicenda, sarebbe stato assoldato per trentamila euro complessivi, anche se Domenico Bervicato, considerato il mandante, si sarebbe detto disponibile a pagarne anche 200mila.

Antonio Natale ucciso in auto, il corpo abbandonato

Il 22enne, hanno ricostruito i carabinieri di Castello di Cisterna, gestiva una piazza di spaccio  nel Parco Verde di Caivano, nella cosiddetta "Casa dei Mattoni", insieme ad altri componenti del gruppo Bervicato. Sarebbe stato punito per il furto di un borsone di armi e droga, che avrebbe nascosto in un'abitazione di Orta di Atella.

Il 4 ottobre Domenico Bervicato era andato a prendere Natale col pretesto di andare insieme a Napoli a comprare dei vestiti, ma poi aveva caricato nella sua Smart anche Emanuele D'Agostino e Gennaro Pacilio. Il 22enne sarebbe stato ammazzato a colpi di pistola mentre l'auto era in movimento, nei pressi dell'asse mediano; dopo i primi colpi avrebbe si sarebbe rivolto a Bervicato, che ancora credeva suo amico: "Dome', aiutami".

Il padre e il fratello di Antonio, si legge ancora nell'ordinanza, che Fanpage.it ha potuto visionare, avrebbero nascosto il borsone rubato dopo la sparizione del ragazzo per non causargli altri guai ma lo avrebbero fatto ritrovare dopo il rinvenimento del corpo per agevolare le indagini.

Il killer pagato 30mila euro, 2mila di anticipo

A raccontare i retroscena è il collaboratore di giustizia Giancarlo Avventurato. Ha dichiarato che Domenico Bervicato gli avrebbe confidato il proposito di uccidere Antonio Natale, offrendo anche 100 o 200mila euro. L'uomo ne avrebbe parlato quindi con il fratello, Bruno Avventurato, dell'omonimo clan di Acerra (terzo destinatario della misura cautelare eseguita oggi), che però, non volendo occuparsene personalmente, avrebbe assoldato Pacilio.

Per uccidere il 22enne Gennaro Pacilio avrebbe ottenuto un anticipo tra i 1.500 e i 2mila euro, dopo l'omicidio Bervicato gliene avrebbe consegnati altri 18mila. Per concludere il pagamento gli avrebbe ceduto un credito di altri 10mila euro, dovuti inizialmente da Giancarlo Avventurato a Bervicato, che sarebbero stati poi pagati a rate. Complessivamente, secondo il racconto del collaboratore di giustizia, l'uomo avrebbe incassato quindi circa 30mila euro.

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