Omicidio Antonio Natale: fermato per droga l’ultimo che lo ha visto vivo, stava per lasciare l’Italia
Il 20enne Domenico Bervicato, del Parco Verde di Caivano (Napoli), è stato sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria dalla Procura Napoli Nord; il ragazzo è stato l'ultimo a vedere in vita Antonio Natale, ma l'accusa che ha portato al provvedimento non riguarda quella vicenda: scaturisce dalle dichiarazioni della mamma del giovane rapito e ucciso agli inizi di ottobre, che lo ha indicato come uno dei capi di una piazza di spaccio del complesso di edilizia popolare del comune della provincia di Napoli.
Bervicato è stato rintracciato dai carabinieri nella sua abitazione. Aveva un biglietto aereo per l'estero e le valigie già pronte, segno che stava per lasciare l'Italia; per gli inquirenti è possibile che non si trattasse di un viaggio turistico ma che si stesse preparando a una latitanza, forse messo in allarme dalle indagini che sapeva essere in corso sul suo conto.
Antonio Natale rapito e ucciso a Caivano
Il 20enne era stato indicato dalla madre di Antonio Natale come l'ultimo ad avere visto in vita il figlio, quel 4 ottobre, quando il 22enne andò con lui a Napoli per comprare dei capi di abbigliamento. Bervicato, ascoltato dai carabinieri, confermò di essere uscito con Natale ma disse di averlo poi lasciato intorno alle 19 in via Atellana, nella zona del cosiddetto Bronx di Caivano. Il corpo venne ritrovato 14 giorni dopo, il 18 ottobre, in un terreno nei pressi del campo rom: dai dati emersi dall'autopsia è stato ricostruito che, prima di essere sepolto, era stato torturato e ucciso con colpi di pistola alla nuca.
Nei giorni successivi alla scomparsa la madre di Natale aveva più volte puntato il dito contro il 20enne e contro altri suoi familiari, anche in relazione al traffico di droga; le accuse avrebbero trovato riscontri investigativi, portando quindi al fermo che è stato convalidato ieri pomeriggio; durante l'udienza il legale di Domenico Bervicato, l'avvocato Leopoldo Perone, ha chiesto la scarcerazione ma il giudice si è riservato la decisione.
Omicidio Antonio Natale, le indagini
Intanto, proseguono nel massimo riserbo le indagini sull'omicidio di Antonio Natale. Secondo i familiari il giovane, che aveva lavorato come pizzaiolo in Germania ed era tornato a Caivano per il lockdown Covid e la conseguente chiusura delle attività di ristorazione, mostrava negli ultimi tempi una anomala disponibilità di denaro, tanto da pensare che fosse stato coinvolto in un giro di spaccio di droga del Parco Verde di Caivano.
Secondo voci circolate in quei giorni il ragazzo sarebbe stato rapito, e poi ucciso, come punizione per un ammanco di droga o soldi in una piazza di spaccio. L'inchiesta è coordinata dalla Dda ed affidata ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna; la settimana scorsa alcuni componenti della famiglia Bervicato sono stati convocati come testimoni. A un mese dalla morte, ufficialmente non si ha notizia di nessuna iscrizione nel registro degli indagati.