Omicidio Antonio Giglio, la madre accusata di omicidio volontario e rinviata a giudizio
Rinviata a giudizio con l'accusa di omicidio volontario Marianna Fabozzi: lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Napoli. La donna è accusata dunque di essere la responsabile della morte di Antonio Giglio, il figlio di 4 anni precipitato nel vuoto dalla finestra dell'appartamento dove vivevano, all'interno del Parco Verde di Caivano. Stessa sorte anche per Raimondo Caputo, il suo ex compagno: per lui l'accusa è quella di favoreggiamento.
Entrambi erano già stati indagati in passato per la morte di Fortuna Loffredo, la piccola che sarebbe stata vittima di abusi da parte dello stesso Caputo e a sua volta morta dopo essere stata scaraventata dal balcone di casa. In quel caso, ad essere condannato all'ergastolo fu proprio Raimondo Caputo. Sulla vicenda del piccolo Antonio Giglio, invece, il processo è ancora in corso. Secondo la madre, il piccolo si sarebbe sporto troppo dalla finestra nel tentativo di osservare un elicottero dei carabinieri in volo, ma la sua versione non convinse.
Secondo lo stesso Raimondo Caputo sarebbe stata la donna invece la responsabile. Una tesi che sarebbe avvalorata dalla testimonianza della sorella dello stesso Caputo, che avrebbe visto attraverso il riflesso di uno specchio la donna lanciare il bambino nel vuoto. Una versione suffragata anche dalle accuse del padre biologico del piccolo, Gennaro Giglio, che difeso dagli avvocati Sergio ed Angelo Pisani, ha più volte accusato la ex moglie Marianna Fabozzi, ora accusata di omicidio volontario, di essere lei la responsabile per la morte del piccolo Antonio, precipitato nel vuoto a 4 anni il 28 aprile del 2013.