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L'omicidio di Aldo Gioia ad Avellino

Omicidio Aldo Gioia, 800 messaggi al giorno tra Elena e Giovanni: “Una relazione tossica”

Nuova udienza del processo a Elena Gioia e Giovanni Limata, i due fidanzatini accusati dell’omicidio del padre di lei. Per i consulenti psichiatrici, i due avrebbero avuto una “relazione tossica”, con disturbi mentali “in grado di potenziarsi tra loro”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Aldo Gioia, la vittima, e la figlia Elena e il fidanzato Giovanni
Aldo Gioia, la vittima, e la figlia Elena e il fidanzato Giovanni
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Una relazione tossica quella tra Elena Gioia e Giovanni Limata, i due fidanzati a processo per il delitto di Aldo Gioia, il padre della giovane ucciso la notte tra il 23 ed il 24 aprile 2021 a coltellate nell'abitazione di famiglia. Durante l'ultima udienza del processo sono intervenuti Stefano Ferracuti e Gianmarco Tessari, i due consulenti incaricati di preparare una relazione psichiatrica sulla giovane, che non è stata presente in aula perché impegnata a sostenere l'esame di maturità. Da quanto ricostruito, è emerso che la giovane avrebbe un "disturbo della personalità bordeline", con una relazione tossica tra i due che si è andata "potenziando" proprio dal loro rapporto. La prossima udienza fissata per il 28 settembre di quest'anno.

"Relazione tossica che si potenziava tra loro"

Secondo la relazione neuropsichiatrica su Elena Gioia presentata in tribunale, "l'aspetto cognitivo non corrisponde a quello di una ragazza della sua età". Di fatto, sempre secondo la perizia, "le sue capacità di ragionamento sono poco sviluppate". Elena avrebbe infatti "serie difficoltà nel riuscire a organizzare le informazioni che le vengono fornite e a utilizzarle in modo critico", ed è emerso anche che si tratterebbe di un soggetto "fortemente suggestionabile, che si stanca facilmente, e che non riesce a mantenere la concentrazione. Presenta un disturbo di tipo borderline, fa fatica a contenere le sue emozioni". Disturbo che si manifesterebbe, spiegano ancora i consulenti psichiatrici, nei confronti di Giovanni Limata che "di volta in volta viene esaltato e poi ritenuto la peggiore delle persone".

"Una relazione tossica dove i disturbi si potenziavano tra loro"

Anche la loro relazione è stata analizzata a fondo. Non è stato facilissimo, hanno spiegato i consulenti, chiamati ad analizzare quasi 65mila messaggi di chat scambiati tra i due ragazzi, circa 800 al giorno: "I loro disturbi mentali, uniti, si potenziavano". E sul delitto, "c'è stata una enorme cooperazione nella realizzazione", con Elena che avrebbe dato "carta bianca" al fidanzato. Poi, dopo aver portato a termine il delitto, i due si sarebbero "totalmente estraneati dalla realtà". Il piano, "frutto di un percorso temporale lungo e progressivo", porterebbe invece a pensare quello che gli inquirenti hanno ipotizzato fin dal primo giorno: la lunga premeditazione dell'omicidio di Aldo Gioia.

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