Omicidio a Lettere, l’ex maresciallo ucciso davanti a casa: si scava nella vita privata
Vecchi rancori, forse dei dissidi nati intorno alla compravendita di un terreno. Si spostano sull'ambito personale le indagini sulla morte di Domenico Giordano, ex maresciallo elicotterista della Guardia di Finanza ucciso la sera del 1 agosto a Lettere, in provincia di Napoli, nei pressi della sua abitazione. L'uomo, 74 anni, incensurato, è stato freddato dai sicari mentre stava rincasando in macchina: tre colpi, che lo hanno raggiunto a una spalla, all'addome e alla gola. Dinamica da agguato di camorra, ma in questo caso la pista della malavita organizzata diventa sempre più remota. Più probabile, secondo gli inquirenti, che si sia trattato di una vendetta, di un regolamento di conti che però nasca da questioni del tutto diverse.
Le indagini sono affidate ai carabinieri di Castellammare di Stabia e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso. Sono stati acquisiti i nastri di alcune telecamere di sorveglianza che si trovano nei pressi del luogo dell'agguato, tra via Nuova Depugliano e via Tuoro, e che potrebbero raccontare nuovi elementi. Per ora, si sa che Giordano stava rientrando in casa dopo aver trascorso alcune ore in piazza, come faceva di solito.
I killer (o l'assassino solitario, altro aspetto su cui dovrà essere fatta chiarezza) lo hanno atteso in quella stradina che porta alla sua abitazione, dove viveva con un fratello. Un percorso isolato, circostanza che fa cadere anche l'ipotesi dello scambio di persona, pur tenuta in considerazione nelle prime ore delle indagini. Poi, i tre colpi. Forse a bruciapelo, forse dopo un veloce scambio di battute. La Renault si è fermata contro un muretto di contenimento ed è lì che l'ha trovata il passante che ha dato l'allarme, che inizialmente credeva si fosse trattato di un incidente automobilistico.