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Omicidio a Boscotrecase, imprenditore confessa di aver ucciso Ariosto: “Disperato, mi estorceva denaro da anni”

Antonio Papa, l’imprenditore reo confesso dell’omicidio di Gaetano Ariosto a Boscotrecase (Napoli), ha raccontato agli inquirenti di essere vittima di usura e di avere sparato preso dal panico per le minacce.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Ci sarebbe una brutta vicenda di usura dietro l'omicidio di Gaetano Ariosto, il 48enne di San Giovanni a Teduccio ucciso ieri pomeriggio a Boscotrecase, in provincia di Napoli. Non un agguato di camorra e nemmeno un regolamento di conti tra criminali, ma una storia di disperazione che avrebbe spinto il titolare di una impresa edile ad armarsi e a fare fuoco quando ha creduto che sarebbe stato aggredito. È quello che ha raccontato il presunto responsabile, Antonio Papa, reo confesso, che dopo l'omicidio si è costituito presso la caserma dei carabinieri di Torre Annunziata.

Omicidio a Boscotrecase, 48enne ucciso in un supermercato

L'omicidio intorno alle 15:30 di ieri, giovedì 3 marzo. Il corpo di Ariosto è stato rinvenuto in un supermercato in ristrutturazione di via Rio, nel centro del comune del Napoletano. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata e il magistrato di turno. Dal primo esame era emerso che il 48enne era stato ucciso con un solo colpo di pistola, modalità anomala per un omicidio di camorra.

Nel corso delle indagini erano emersi collegamenti tra la vittima e la malavita organizzata: l'uomo era ritenuto legato al clan Mazzarella-D'Amico di San Giorgio a Cremano (Napoli), così come il fratello Pasquale, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Luigi Mignano, ucciso nel 2019 davanti alla scuola Vittorino da Feltre di San Giovanni a Teduccio.

L'imprenditore che ha sparato: "Mi taglieggiava da anni, ero disperato"

In serata Antonio Papa si è presentato presso la caserma di Torre Annunziata confessando l'omicidio. Il 43enne, incensurato, ha raccontato di avere premuto il grilletto durante un litigio, che sarebbe scaturito da una richiesta di denaro, l'ennesima, da parte di Ariosto. Papa ha detto di avere chiesto un prestito alla vittima alcuni anni fa, e di essere finito da allora nel vortice dell'usura, con continue e pressanti richieste di denaro.

Anche ieri, ha detto, si erano incontrati proprio per quel motivo. Gli aveva dato appuntamento nel supermercato in ristrutturazione per chiedere altro tempo ma Ariosto lo avrebbe minacciato; a quel punto Papa avrebbe estratto la pistola e, temendo di essere aggredito, avrebbe esploso quell'unico colpo che si è rivelato fatale. L'imprenditore è ora in carcere, in attesa della convalida del fermo, e gli inquirenti stanno effettuando accertamenti sulla sua versione.

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