Omicidi Ponticelli, la famiglia di Antimo Imperatore: “Ucciso mentre lavorava, è un errore di persona”
Antimo Imperatore, il 56enne morto questa mattina a Ponticelli nell'agguato in cui è stato ammazzato il 29enne Carlo Esposito, potrebbe essere stato ucciso per errore: colpito dai sicari soltanto perché si trovava in quella casa al piano terra di via Montale, dove si stava occupando di lavoretti di manutenzione per poche decine di euro. È questa una delle ipotesi attualmente al vaglio degli inquirenti per il duplice omicidio che si è consumato tra i palazzoni del Rione Fiat, area ritenuta sotto il controllo criminale dei De Micco-De Martino.
La dinamica non è ancora del tutto chiara, sul posto ci sono i carabinieri per i rilievi. Secondo una prima ricostruzione Imperatore si trovava sull'uscio dell'appartamento quando sono arrivati i killer, mentre Esposito era all'interno. Una pioggia di fuoco, che avrebbe investito entrambi. Il collegamento tra Esposito e il clan è stato immediato: tra i precedenti del giovane, un arresto nel 2018, con l'accusa di avere fatto parte di un gruppo di fuoco che aveva messo a segno una stesa proprio in via Montale; in quella banda, avevano ricostruito all'epoca gli inquirenti, c'era anche Francesco De Martino, ai vertici dell'omonimo gruppo criminale alleato ai De Micco.
La famiglia di Imperatore: "Ucciso mentre montava una zanzariera"
Più difficile da inquadrare, invece, il profilo di Imperatore: l'uomo risulta avere dei precedenti di poco conto risalenti a molti anni fa, ma non appare come inquadrato nel clan né coinvolto in attività criminali; secondo quanto emerso, si arrangiava con piccoli lavori di manutenzione negli appartamenti. Versione sostenuta con forza anche i familiari, che questa mattina sono arrivati sul luogo dell'omicidio. Secondo quanto da loro raccontato a Fanpage.it sul posto, l'uomo si stava occupando del montaggio di una zanzariera e sarebbe stato quindi ammazzato per errore, mentre il bersaglio dei sicari sarebbe stato soltanto il 29enne.