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Camorra, killer preso dopo 33 anni: faceva la comparsa nelle fiction a Roma

La Polizia ha arrestato quattro persone per gli omicidi di Angelo De Caro, ucciso a Napoli il 6 giugno 1990, e Pasquale Bevilacqua, assassinato il 6 febbraio 1991.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Svolta investigativa dopo più di 30 anni per gli omicidi di Angelo De Caro, ucciso a Napoli in via Gherardo Marone il 6 giugno 1990, e di Pasquale Bevilacqua, assassinato a Napoli in via Cupa Coppa di Chiaiano il 6 febbraio 1991. La Polizia di Stato questa mattina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per quattro persone. Si tratta dei boss Vincenzo Licciardi, alias “'o chiatt”, Gaetano Bocchetti, detto “nanuzz”, e Giuseppe Lo Russo, soprannominato “Peppe ‘o capitone”, tutti già detenuti, e di Carmine Costagliola, alias “provolino”, l'unico che era a piede libero. Da anni sembra si fosse trasferito a Roma dove avrebbe lavorato come comparsa in alcune fiction.

La svolta nelle indagini dopo 33 anni

I quattro sono gravemente indiziati a vario titolo degli omicidi, aggravati dal metodo mafioso. In particolare Lo Russo è gravemente indiziato di entrambi gli omicidi, Vincenzo Licciardi e Gaetano Bocchetti di quello di Pasquale Bevilacqua, mentre Carmine Costagliola dell’omicidio di Angelo De Caro.

Chi sono gli arrestati

Giuseppe Lo Russo, ritenuto al vertice dell’omonimo clan egemone nei quartieri di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella, è detenuto ininterrottamente dal 24 luglio 1998 a causa di una pena a 25 anni di reclusione per associazione camorristica, omicidio, estorsione e reati in materia di stupefacenti. Nei suoi confronti l’ordinanza è stata emessa a conferma della misura provvisoria successiva alla convalida del fermo, eseguito il 3 ottobre su delega della Direzione Distrettuale Antimafia. Attualmente è detenuto presso il carcere di Catanzaro.

Vincenzo Licciardi, invece, detenuto presso la casa di Reclusione di Opera, secondo gli investigatori, è al vertice dell’omonimo clan egemone nei quartieri di Secondigliano e zone limitrofe. È detenuto dal 7 febbraio 1998 per una condanna a 21 anni di reclusione per associazione camorristica, omicidio, estorsione e reati in materia di stupefacenti.

Gaetano Bocchetti, internato presso la Casa Circondariale di Tolmezzo, sarebbe al vertice del gruppo Bocchetti – Sacco, egemone nel rione Don Guanella. È detenuto dal 24 settembre 1998 e sta scontando 25 anni di reclusione per associazione camorristica, omicidio, estorsione e reati in materia di stupefacenti.

Carmine Costagliola, infine, rintracciato a Roma anche grazie al supporto del personale della locale Questura, sarebbe stato legato ai Lo Russo, federati con i Licciardi e Sacco Bocchetti nell’Alleanza di Secondigliano.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione. I destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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