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Ogni napoletano nasce con un debito di 2600 euro sulle spalle, dal 2023 l’aumento dell’Irpef

Martedì prossimo, 15 febbraio 2022, è prevista la firma dell’Accordo del Patto per Napoli tra il sindaco Manfredi e il premier Draghi.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il Comune di Napoli ha i conti in rosso, non è un mistero. Il disavanzo al 31 dicembre scorso ammonta a 5 miliardi di euro e ogni napoletano nasce con un debito sulle spalle di 2.600 euro. Per risanare il bilancio ed evitare il dissesto, il sindaco Gaetano Manfredi ha chiesto l'aiuto del Governo Draghi. Martedì prossimo, 15 febbraio 2022, è prevista la firma dell'Accordo del Patto per Napoli, che consentirà alla città di avere un contributo dallo Stato di 1,3 miliardi in 20 anni, ma la impegnerà anche a grossi sacrifici. Il Comune dovrà garantire almeno un quarto del contributo con entrate proprie, fino al 2043. Tra le leve previste dal piano c'è l'aumento dell'addizionale Irpef comunale dello 0,1% dal 2023. Mentre tra le misure già partite c'è stato il blocco delle fatture dei crediti commerciali fino al 31 dicembre 2021, che andranno rinegoziati con i fornitori del Comune che presenteranno domanda entro il 4 aprile. Chi non lo fa perde il diritto ad avere i soldi. Chi accetta la transazione, invece, avrà il 40-80% del credito, a seconda dell'età, entro 20 giorni. Per Rosario Palumbo, consigliere comunale di Cambiamo!, "l'aumento dell'Irpef non deve partire dal 2023, c'è un ordine del giorno approvato in consiglio comunale il 21 gennaio che impegna l'amministrazione a valutare prioritariamente altre leve per risanare il bilancio".

Il braccio di ferro sui crediti

Il Comune, intanto, a gennaio ha bloccato le fatture anteriori al 31 dicembre 2021 ed è impegnato in questi giorni per chiarire meglio la norma sui crediti inserita nel Salva-Napoli. Si tratta degli emendamenti alla legge nazionale Finanziaria approvata lo scorso dicembre. Tra i crediti commerciali, infatti, potrebbero finire anche le vecchie fatture delle società partecipate del Comune. L'amministrazione Manfredi, invece, sta lavorando ad un nuovo emendamento nel Milleproroghe che potrebbe metterli al riparo. All'interno potrebbero essere chiarite anche le posizioni di altri crediti, come le cedole librarie di dicembre da pagare ai librai, considerate servizi indispensabili. A Palazzo San Giacomo, nel frattempo, sono stati istituiti un tavolo politico-gestionale sul Patto per Napoli, con a capo il sindaco, e un ufficio speciale per rilevazione, transazione e liquidazione dei debiti commerciali al 31 dicembre 2021.

Tutti i debiti del Comune

A quanto ammontano i debiti del Comune di Napoli? Il Municipio ha un disavanzo di amministrazione al 31 dicembre 2020 di 2,5 miliardi pari a un debito pro capite di 2.600 euro, come detto. A questo, però, si aggiunge anche un indebitamento finanziario, tra mutui, boc, swap e fondo di rotazione, da 1,8 miliardi più interessi. Poi ci sono le anticipazioni di liquidità. Cioè i prestiti che il Comune ha avuto dallo Stato negli anni scorsi per non andare in dissesto, da rimborsare per 1,4 miliardi. Quest'ultima cifra è già inclusa nel disavanzo, ma richiede comunque ogni anno di congelare una parte delle entrate per pagare sia la quota capitale che gli interessi. Sempre per il ripiano del disavanzo, poi, il Comune ha debiti per 300 milioni all'anno fino al 2030, cifra che poi si abbassa progressivamente a 220-100 milioni all'anno fino al 2043.

Cosa proporrà Manfredi a Draghi

Nell'accordo che il sindaco Gaetano Manfredi si prepara a firmare con il Presidente del Consiglio Mario Draghi sono previste varie misure che il Comune si impegna ad attuare nei prossimi 20 anni. Tra queste, in particolare, l'aumento dell'addizionale Irpef comunale in deroga al limite previsto. Secondo la delibera 19 approvata il 27 gennaio scorso, è previsto “dal 2023 l'incremento iniziale dello 0,1% dell'addizionale e prevedendo l'innalzamento della fascia esente a 12 mila euro”. Viene prevista poi l'introduzione della tassa di imbarco aeroportuale a Capodichino. La cifra dovrebbe essere di 1 euro a passeggero.

Riscossioni e lotta all'evasione

Altra misura è l'incremento della riscossione con anticipo della consegna dei ruoli all'agente delle riscossioni a 30 mesi prima del termine di prescrizione e la riduzione dei tempi di rateizzo, con durata massima fissata a 24 mesi. Attualmente il servizio è affidato all'Agenzia delle Entrate Riscossione spa, in proroga, ma una volta terminata potrebbe passare a società esterne specializzate nel recupero crediti.

C'è, poi, l'incremento dei canoni di concessione e locazione e ulteriori utilizzi produttivi del patrimonio, attraverso appositi piani di valorizzazione e alienazione avvalendosi di enti e istituti pubblici e privati. Il sindaco ha però detto che non ci saranno aumenti delle pigioni delle case popolari. Quindi, questa leva potrebbe non essere inserita nell'accordo.

Quello che non ci sarà, invece, sono i tagli su organico e costo del personale comunale. Anzi, il Comune ha annunciato che intende assumere nuovo personale per gestire i progetti del Pnrr anche con contratti a tempo determinato. Viene poi prevista la riduzione strutturale del 2% all'anno delle spese correnti, la riorganizzazione delle partecipate, la riduzione degli uffici di livello dirigenziale, la riduzione fitti passivi.

Il consigliere Palumbo: “No all'aumento Irpef nel 2023”

Contrario all'aumento dell'Irpef dal 2023 il consigliere comunale di Cambiamo!, Rosario Palumbo, che il 21 gennaio è stato primo firmatario di un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale. “Sui contribuenti napoletani – scrive Palumbo nell'Odg approvato – grava già un livello di tassazione insostenibile per le famiglie e per le imprese. Mentre c'è da recuperare l'evasione degli anni pregressi. Il Comune, prima di aumentare l'Irpef, migliori invece la capacità di riscossione e lotta ad evasione-elusione fiscale, e lavori su riduzione sprechi e valorizzazione del patrimonio immobiliare. Si valuti l'aumento Irpef solo laddove si dimostri seriamente a rischio l'accesso ai finanziamenti statali, e si limiti al massimo tale facoltà anche diluendo gli aumenti nel tempo, in considerazione della perdurante crisi economica e sociale che la città sta attraversando”.

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