‘O Padreterno nun è mercante ca pava o sabbato: il proverbio napoletano nel Commissario Ricciardi
«O Padreterno nun è mercante ca pava ‘o sabbato ..» è un antico proverbio napoletano, tornato in auge grazie al romanzo "Il Commissario Ricciardi" di Maurizio De Giovanni e alla sua fortunata trasposizione televisiva. Il motivo è presto spiegato: Ricciardi, commissario di polizia nella Napoli degli anni Trenta, ha un potere sovrannaturale: può "sentire" le ultime parole dei morti. E in questo caso il proverbio è l'ultima frase pronunciata da una cartomante prima di essere ammazzata.
Cosa significa, «‘O Padreterno nun è mercante ca pava ‘o sabbato ..» letteralmente? Significa che il Padreterno (Dio) non è un mercante che si può scegliere quando pagare (il sabato è indicato come il giorno in cui, anticamente, si saldavano i conti della settimana). La spiegazione del proverbio appare dunque piuttosto chiara: prima o poi si dovrà rendere conto del proprio operato a Dio e quel momento non lo si può scegliere.
Si tratta di un detto antico, evidentemente pronunciato da persone che avevano molta fede religiosa. Il dialetto partenopeo è del resto pieno di motti, proverbi e detti che affondano le loro radici nella cultura religiosa; nel caso specifico non si può non riscontrare una eco evangelica nell'antico proverbio napoletano poi finito in un romanzo giallo contemporaneo: nel Vangelo di Matteo, infatti, è scritto «Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora» (Mt 25,13). Si tratta di una frase bella e suggestiva che fu peraltro l'incipit del testamento spirituale che lasciò Papa Giovanni Paolo II:
Totus Tuus ego sum
Nel Nome della Santissima Trinità. Amen.
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (cfr Mt 24, 42) — queste parole mi ricordano l'ultima chiamata, che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento.
Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus.
Nelle stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa, e anche la mia Nazione e tutta l'umanità.Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera, affinché la Misericordia di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità.