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Nuovo virus sta uccidendo i pesci nel Mar Tirreno, “danni agli organi, grave epidemia”: allarme dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno

L’IZSM: “Un betanodavirus sta causando una mortalità anomala tra i pesci selvatici. Danni agli organi, grave epidemia”. Colpiti cernia, pesce civetta e pesce balestra.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Un nuovo virus sta uccidendo i pesci del Mar Tirreno, destando preoccupazione tra gli esperti per un possibile salto di specie. Si tratta, nello specifico di un "betanodavirus", individuato dai ricercatori dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM), che sta "causando una mortalità anomala tra i pesci selvatici del Mar Tirreno". Il virus sarebbe in grado di causare "danni significativi agli organi bersaglio, con effetti che confermano la gravità dell'epidemia", sottolinea l'IZSM.

L'ondata di casi è stata registrata lungo le coste del Mar Tirreno, in particolare quelle calabresi. Negli ultimi giorni, specie ittiche come la cernia bianca, la cernia canina, il pesce civetta e il pesce balestra sono state trovate morte in gran numero, suscitando allarme tra i pescatori e gli scienziati.

L'IZSM: "Danni agli organi, grave epidemia"

Le indagini dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM) hanno rivelato la presenza del betanodavirus, agente patogeno responsabile della Encefalopatia e Retinopatia Virale (VER), nei pesci esaminati. Il virus ha causato danni significativi agli organi bersaglio, con effetti che confermano la gravità dell'epidemia. Tradizionalmente, la malattia ha colpito soprattutto le cernie, ma questa volta anche altre specie, come il pesce civetta e il pesce balestra – finora non ritenute sensibili al virus – sono state coinvolte.

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"Il riscaldamento del mare può peggiorare la situazione"

Il dottor Fabio Di Nocera, responsabile dell’Unità Operativa di Ittiopatologia dell'IZSM, spiega: "Questo solleva il sospetto di un possibile salto di specie, fenomeno che potrebbe complicare ulteriormente la gestione del focolaio". Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dall’aumento delle temperature marine, che, secondo gli esperti, potrebbe aggravare la situazione: "Lo stress termico legato al riscaldamento delle acque – sottolinea Di Nocera – facilita l’insorgenza della malattia, e ciò è particolarmente allarmante visto che anche pesci adulti, generalmente più resistenti, ne sono stati colpiti".

"Rischio per gli allevamenti ittici"

La dottoressa Esterina De Carlo, Direttore Sanitario dell'IZSM, ha ricordato che "la malattia è già stata registrata in Italia e in altri paesi del Mediterraneo, e che oltre 50 specie ittiche potrebbero essere suscettibili al virus. "Il consumo di pesci infetti non rappresenta un rischio per l'uomo, ma è essenziale segnalare tempestivamente le mortalità", aggiunge. Tuttavia, il rischio per gli allevamenti ittici rimane elevato, con possibili gravi ripercussioni economiche. L'Istituto Zooprofilattico, in collaborazione con le Aziende Sanitarie Provinciali calabresi, sta conducendo analisi approfondite per comprendere meglio il virus e limitare i danni all’ecosistema marino.

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