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Nunzio Sulprizio è Santo: è protettore degli invalidi e dei morti sul lavoro

Nunzio Sulprizio, morto a Napoli nella prima metà dell’Ottocento a soli 19 anni è Santo. È protettore degli invalidi e delle vittime sul lavoro. Le sue spoglie sono custodite nella chiesa di San Domenico Soriano.
A cura di Redazione Napoli
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Nunzio Sulprizio, il 'santariello' del morti sul lavoro
Nunzio Sulprizio, il ‘santariello' del morti sul lavoro

Il Beato Nunzio Sulprizio è Santo dal 19 luglio 2018.  Papa Francesco decise, nell'ambito del Concistoro Ordinario Pubblico, di canonizzare Nunzio Sulprizio, morto giovanissimo, a soli 19 anni, e considerato il protettore degli invalidi e delle vittime sul lavoro, che affrontò la sua breve vita, costellata da dolori sia psicologici che fisici, con infinita pazienza e devozione, con la fede costante in Gesù Cristo e la dedizione verso le persone sofferenti. Il 14 ottobre è il giorno della canonizzazione.

E allora per il beato Nunzio Sulprizio è  festa sia alla chiesa di San Domenico Soriano in piazza Dante che a Taranto, dove sono custodite le sue reliquie.

La vita di Nunzio Sulprizio

Nato a Pescosansonesco, piccolo borgo nella provincia di Pescara, nel 1817, quasi neonato Nunzio rimase orfano di padre. Poco dopo, quando aveva soltanto sei anni, gli morì anche la madre. Il piccolo Nunzio venne così affidato alla nonna materna, ma anch'ella morì quando lui aveva soltanto nove anni. Il bambino crebbe allora con lo zio, sempre appartenente alla famiglia della madre, che lo avviò al mestiere del fabbro. Già cagionevole e di corporatura esile, spossato dal lavoro, Nunzio si ammalò di carie ossea in seguito ad una ferita alla caviglia.

La malattia gli provocò terribili sofferenze fisiche e l'emarginazione da parte degli abitanti del paese, che avevano paura potessero essere infettati. Ricoverato per lungo tempo in ospedale a L'Aquila senza che le sue sofferenze venissero alleviate, Nunzio fece ritorno a casa, dove lo zio lo costrinse a chiedere l'elemosina. Venuto a conoscenza della sua situazione, uno zio paterno, militare a Napoli, lo accoglie nel capoluogo campano.

Nunzio ha 15 anni e lo zio gli presenta il colonnello Felice Wochinger, conosciuto come il "padre dei poveri" per la sua fede e per la sua dedizione al prossimo. Tra Nunzio e il colonnello, che ha già capito di trovarsi davanti a uno spirito fuori dal comune, si insatura quasi un rapporto padre-figlio. Gli anni di Nunzio a Napoli trascorrono dediti alla preghiera e agli altri, tra l'Ospedale degli Incurabili e le cure termali a Ischia. Nel 1836, a soli 19 anni, muore: le sue spoglie vengono custodite nella chiesa di San Domenico Soriano, a piazza Dante, nel cuore di Napoli.

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