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“Non ti girare, ti sparo”: aggrediva ragazzini alle spalle e li rapinava, preso ad Aversa

I carabinieri hanno identificato il presunto responsabile di quattro rapine a minorenni avvenute ad aprile tra le strade della cittadina del Casertano.
A cura di Vincenzo Piccolo
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Prendeva di mira i ragazzini ad Aversa, li bloccava alle spalle di sera e, puntando un coltello o un cacciavite, li minacciava: "Ho la pistola, il coltello, ti sparo, non mi guardare e dammi il telefono". Subito dopo, bottino tra le mani, recuperava l'automobile e andava via, col portellone aperto per evitare che le telecamere inquadrassero la targa. Quattro rapine fotocopia avvenute consumate ad aprile scorso, che per i carabinieri sarebbero state commesse dalla stessa persona: al termine delle indagini è finito in carcere P. D., residente nella cittadina del Casertano, con precedenti anche specifici.

All'uomo i militari sono arrivati dopo avere individuato l'automobile, che era di sua proprietà; l'indagato è stato poi riconosciuto grazie agli elementi forniti dalle vittime. Al termine delle indagini è arrivata la misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura locale, ed eseguita dai carabinieri della stazione di Aversa.

Secondo quanto diffuso dalla Procura, nel rapinare smartphone a ragazzi minorenni, tra i 16 e i 17 anni, nelle strade del centro di Aversa, P. D. non aveva mai cambiato modus operandi. La tecnica utilizzata dall'indagato era sempre la stessa: avvicinava i giovani, spesso da soli o in coppia, durante le ore serali; in alcuni casi, minacciava le vittime puntando un coltello o un cacciavite alla schiena e le costringeva a consegnare i telefoni con frasi minacciose.

Una volta consumata la rapina, P.D. si dileguava rapidamente raggiungendo la sua auto parcheggiata in zone prive di sistemi di videosorveglianza. Le indagini, avviate nel mese di maggio, hanno beneficiato delle testimonianze delle vittime e di informazioni fornite da persone a conoscenza dei fatti. Inoltre, l'analisi delle telecamere della zona, sia private che pubbliche, ha consentito di ricostruire dettagliatamente le azioni criminali compiute dall'indagato, che ora dovrà rispondere delle accuse davanti all'autorità giudiziaria.

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