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Non paga i km extra dell’auto a noleggio, loro gli sparano nella vettura: arrestati 3 fratelli

Tre fratelli, figli di un pregiudicato vicino ai Casalesi, sono stati arrestati per tentata estorsione nei confronti del cliente di un autonoleggio.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Il cliente si sarebbe rifiutato di pagare per i km extra percorsi con l'automobile che aveva preso a noleggio e loro, dopo averlo minacciato di morte, gli avrebbero sparato nel veicolo. È quello che viene contestato a tre fratelli, figli di un pregiudicato ritenuto legato al cartello dei Casalesi, finiti agli arresti a Castel Volturno, in provincia di Caserta. I fatti risalgono al 9 giugno scorso, quando, davanti a un bar di San Cipriano d'Aversa (Caserta), un colpo di pistola fu esploso contro un'automobile guidata da un uomo; la pallottola centrò la vettura e perforò il portellone del cofano posteriore.

I tre sono stati bloccati dalla Polizia di Stato in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della locale Procura, i reati sono di tentata estorsione aggravata e di detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo. Il retroscena è venuto fuori dalle indagini, svolte dai poliziotti del commissariato di Casal di Principe col coordinamento della Procura di Napoli Nord. Dopo la denuncia della vittima sono state acquisite le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della zona e grazie a quelle immagini è stata ricostruita la dinamica: il colpo  era partito da un'altra automobile che subito dopo si era dileguata e su cui c'erano anche due dei tre fratelli.

Il terzo, è emerso poi, la mattina del 9 giugno aveva scritto all'uomo diverse minacce di morte, intimandogli di pagare quanto richiesto per i chilometri percorsi in eccesso se non avesse voluto fare una brutta fine; due dei tre fratelli si erano inoltre incontrati con la vittima per un chiarimento che però si era trasformato in litigio ed era culminato nell'esplosione del colpo di pistola. È infine emerso che i tre fratelli, evidentemente immaginando che i poliziotti potessero arrivare a loro, avevano fatto sparire da un'abitazione eventuali prove oltre a un fucile e la pistola usata per l'atto intimidatorio.

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