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Non era incidente stradale, Lucia è stata ammazzata dal marito: arrestato dopo 5 mesi

Ad uccidere Lucia Caiazza, morta a maggio a Frattamaggiore (Napoli), non era stato un incidente automobilistico ma le botte del compagno che le hanno spappolato la milza. È la conclusione a cui sono giunti gli inquirenti, che hanno disposto l’arresto per il 47enne Vincenzo Garzia, accusato di lesioni aggravate e omicidio preterintenzionale.
A cura di Nico Falco
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Lucia Caiazza, la 47enne deceduta nel maggio scorso nella Rianimazione del San Giovanni di Dio di Frattamaggiore (Napoli), non è morta per le conseguenze di un incidente stradale, ma per le botte del compagno: l'uomo l'ha colpita così forte da spappolarle la milza, causando gravi emorragie interne che hanno portato al decesso. È la conclusione a cui sono giunti gli inquirenti, che hanno emesso un provvedimento di fermo per Vincenzo Garzia, 47enne pregiudicato di Arzano: è accusato di omicidio preterintenzionale e lesioni aggravate.

I fatti risalgono allo scorso mese di maggio. La donna, madre di due figli, aveva trascorso il lockdown a casa del compagno. A metà maggio aveva chiamato un'ambulanza per dei forti dolori all'addome. Precedentemente era andata col 47enne dal medico di base, che aveva paventato l'ipotesi che si potesse trattare di calcoli renali e le aveva prescritto un antidolorifico e una ecografia. A quell'esame, però, Lucia non si era mai sottoposta. Poi il ricovero in ospedale, e il decesso due giorni dopo in Rianimazione. Dall'autopsia erano emerse delle gravi lesioni interne, riconducibili secondo i medici a un trauma violento come "una caduta, un calcio o un pugno"; oltre a queste, anche una frattura del setto nasale e delle ecchimosi collegabili a una aggressione.

Si era ipotizzato che a causare la morte della donna fosse stato un incidente automobilistico che Lucia aveva avuto un mese prima, ad Arzano; era insieme ad una conoscente, ma le due donne non si erano ferite e quindi non era stata nemmeno chiamata l'ambulanza. La verità è venuta fuori con le indagini, realizzate dal comando stazione di Casavatore: attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche e l'ascolto di numerose persone informate sui fatti, si è delineato il quadro che ha portato all'arresto: le lesioni non erano dovute a un incidente e tantomeno a calcoli renali, erano risultato di una feroce aggressione. Garzia è stato rintracciato all'alba di oggi, 15 ottobre, dai carabinieri della stazione di Casavatore, in esecuzione del provvedimento emesso dal gip del Tribunale Napoli Nord di Aversa su richiesta della Procura locale; è stato trasferito nel carcere di Poggioreale.

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