Angela Celentano: negativo il risultato del test del Dna sulla ragazza sudamericana
Angela Celentano non è la ragazza venezuelana. Negativo il test del Dna sulla giovane sudamericana che si riteneva potesse essere la ragazza sparita il 10 agosto 1996 sul Monte Faito (Napoli) quando aveva appena 3 anni. «Purtroppo non vi è corrispondenza genetica con quello dei genitori» è il comunicato dell’avvocato Luigi Ferrandino e del team di consulenti.
Per mamma Maria e papà Catello è l'ennesima speranza infranta di riabbracciare la loro figlia sparita nel nulla quasi 27 anni fa. Le parole dell'avvocato Ferrandino, legale della famiglia Celentano, che coordina una squadra di consulenti composta dall'avvocato Enrica Visconti, dal generale Luciano Garofano e dal social team della "Manisco World", presieduto da Virginia Adamo, non lasciano scampo ad equivoci.
Nei giorni scorsi Fanpage.it aveva spiegato chiaramente l'importanza del test:
Il Dna è come un codice fiscale. Identifica ciascun individuo in maniera univoca. In genetica, infatti, si parla di ereditarietà e si fa riferimento a ciò che viene trasmesso dai genitori ai figli. Alcuni tratti umani vengono trasmessi biologicamente, altri culturalmente. Il colore dei nostri occhi, ad esempio, deriva dall'eredità biologica, ma la lingua madre che abbiamo imparato da bambini deriva dall'eredità culturale.
Perché questa pista sembrava essere percorribile? Oltre alla somiglianza con l’age progression, e con le stesse sorelle di Angela, Rosanna e Noemi, la giovane donna aveva anche una voglia di caffè nello stesso punto in cui l’aveva la piccola Celentano. Tutte le ipotesi sono però spazzate via dal responso scientifico arrivato martedì 21 febbraio. Catello Celentano, padre di Angela che, con la moglie Maria e le figlie Rossana e Naomi ringraziano «quanti hanno contribuito nelle segnalazioni» spiega che la famiglia continuerà a sperare, a cercare e a battere ogni pista valida:
Continueremo nelle nostre ricerche e qualunque altra segnalazione meritevole di approfondimento verrà percorsa. Noi non smettiamo di sperare di poter riabbracciare la nostra amata figlia. Per il momento riteniamo di rimanere in silenzio e chiediamo rispetto.