Non c’è più il neuropsichiatra a Portici. Un problema enorme per i bimbi autistici: “Costretti a pagare i privati”
Dal 1 gennaio scorso alla sede di Portici (Na), dell‘Asl Napoli 3 Sud non c'è più il neuropsichiatra infantile. E' andato in pensione ed al suo posto non c'è stata al momento la possibilità di introdurre in pianta organica un nuovo specialista per il servizio sanitario pubblico. Una situazione che ha gettato nel caos le famiglie con bambini affetti da malattie dello spettro autistico. Bambini e famiglie sono stati dirottati sulle sedi Asl di Cercola e San Giorgio a Cremano, dove i neuropsichiatri infantili sono già al collasso per soddisfare l'utenza. La diagnosi della sanità pubblica è imprescindibile per usufruire dei sostegni e dei supporti, nonché per la frequenza a scuola e per i farmaci. Soprattutto senza un medico fisso non è possibile seguire i piccoli pazienti e quindi è impossibile verificarne progressi e aggravamenti della malattia.
"Senza il servizio pubblico, tutto diventa impossibile"
Il bacino di utenza della neuropsichiatria infantile della sede Asl di Portici è di circa 600 pazienti, un numero decisamente elevato, e da quando non c'è più lo specialista pubblico, per le famiglie è diventato un calvario. Infatti la diagnosi dello specialista pubblico è necessaria per avere il cosiddetto piano terapeutico, e con esso l'acquisto di farmaci, il supporto materiale a scuola, il cambio di classe a seconda degli anni, ma anche le attività psicomotorie che i piccoli pazienti devono svolgere fuori dall'orario scolastico.
Sono decine le famiglie che stanno protestando da settimane per avere al più presto un nuovo neuropsichiatra infantile nella Asl territoriale. "Per noi è un problema enorme – spiega a Fanpage.it Elisa Esposito, mamma di una dei pazienti del territorio – i nostri figli devono essere seguiti, ed anche per aggiornare i piani terapeutici e per il GLO". Il GLO è una riunione periodica che serve per avere gli insegnanti di sostegno, l'assistenza materiale a scuola, e per poterla svolgere è indispensabile lo specialista del servizio sanitario pubblico. "Ci stanno mandando alle altre sedi dell'Asl, a Cercola e San Giorgio a Cremano – sottolinea Elisa – ma anche li sono sovraccarichi e non riescono a seguire i nostri figli. Noi stiamo perdendo le terapie perché non riusciamo ad aggiornare i piani terapeutici". Una situazione che rischia di aggravare ulteriormente le sofferenze dei pazienti. Il neuropsichiatra infantile è una figura particolarmente delicata per pazienti abitudinari e che proprio per questo devono essere seguiti con continuità dello stesso medico. "Sono stata a Cercola – ci dice Francesca Ruggiero, un'altra mamma di paziente – la visita è durata 10 minuti, lo specialista mi ha firmato le carte altrimenti non posso nemmeno comprare i farmaci, ma mio figlio non lo conosce, ed io così non so se rispetto agli ultimi 6 mesi è migliorato o è peggiorato".
"Costretti a rivolgerci ai privati ed a pagare"
E così in assenza della possibilità di essere seguiti con continuità di una medico del servizio pubblico, i genitori dei piccoli pazienti si stanno rivolgendo ai privati, anche se gli stessi non potranno poi fornire le certificazioni necessarie per i sostegni e per l'acquisto dei farmaci. "Io non posso non sapere se mio figlio migliora o no – ci dice sempre Francesca – quindi sono andata da uno specialista privato almeno per farlo seguire, dobbiamo pagare e questi specialisti non chiedono certo poco". Ma non è tutto, all'assenza del neuropsichiatra infantile si aggiunge l'insufficienza dei fondi in convenzione per la diagnostica e le analisi da fare presso la sanità convenzionata. "Anche per un elettrocardiogramma, o per le analisi, dobbiamo pagare – ci dice Francesca – la convenzione non c'è e quindi questa situazione ci costa tantissimo". Ma senza il piano terapeutico sottoscritto da un medico pubblico, anche questi sforzi restano comunque inutili. "Per usufruire della legge 104 o anche per il sostegno scolastico, la cosiddetta identità di frequenza, aspettiamo anni – sottolinea la mamma – mio figlio ha dovuto saltare un anno di scuola, non ci è andato proprio. Non è stato possibile frequentare perché le carte non stavano in ordine, e non lo erano perché manca il medico per le visite". Insomma una situazione di drammatico caos.
"La Regione dice che il posto non è appetibile"
Ad occuparsi del disagio di decine di famiglie è la consigliera comunale di Portici del Movimento 5 Stelle, Iolanda Meglio. "Io ho avuto un'interlocuzione con gli uffici della Asl, quello che mi hanno detto è che probabilmente il posto di neuropsichiatra infantile non è abbastanza attrattivo per questioni legate al contratto di lavoro" spiega la consigliera. In buona sostanza, il neuropsichiatra infantile è andato in pensione, ed ora nessuno vuole prendere il suo posto alla Asl di Portici perché potrebbe essere pagato troppo poco. Ancora una volta nella sanità campana si generano problemi che producono effetti pesanti sulla vita delle persone, perché nessuno si presenta ad occupare i posti vacanti nella sanità pubblica. Un paradosso, ma anche il segno di come evidentemente l'offerta della nostre strutture sanitarie sia davvero poco attrattiva rispetto all'attuale mercato del lavoro. "Questo è un problema che deve risolvere la Regione Campania – spiega la consigliere Meglio – non può certo lasciarci in queste condizioni".