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Ex sindaco e assessori di Caivano accusati di aver causato il dissesto del Comune: “Creato terreno fertile per i clan”

L’indagine dei carabinieri e della Corte dei Conti sull’ex sindaco e 6 assessori che, secondo l’impianto accusatorio, hanno causato il dissesto dell’ente comunale con la loro gestione “scriteriata” delle finanze.
A cura di Valerio Papadia
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Dopo l'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sulle infiltrazioni e collusioni della camorra nell'amministrazione comunale, per Caivano arriva un'altra tegola: nei guai un ex sindaco e sei ex assessori, accusati di aver causato il dissesto dell'ente comunale nel 2016. Questa volta l'inchiesta è coordinata dalla  Corte dei Conti Campania: questa mattina i carabinieri della compagnia di Caivano hanno dato esecuzione alla notifica del ricorso per responsabilità sanzionatoria conseguente al dissesto finanziario dell’ente per l'ex sindaco e i suoi sei assessori di giunta dell'epoca. «È stato creato terreno fertile per i clan», dice la magistratura contabile.

Nell'arco temporale che va dal 2006 al 2015, agli ex amministratori del Comune di Caivano viene contestato di aver condotto al tracollo finanziario e al conseguente dissesto l'ente comunale attraverso una gestione "scriteriata" e "disinvolta" dei soldi pubblici. Dalle pagine del ricorso con cui viene contestato agli ex amministratori di aver causato il dissesto del Comune, si evince come il bilancio fosse caratterizzato dall'esposizione di residui attivi inesistenti, che alimentavano una fittizia capacità di spesa, da una massiccia mole di debiti fuori bilancio, frutto di una gestione degli appalti improntata alla illegalità, come accertato anche dall’ANAC in una indagine amministrativa concomitante. A Caivano, inoltre, c'era anche una bassissima capacità di riscossione delle tasse, al di sotto della media nazionale.

La Procura Regionale della Corte dei Conti, alla luce delle evidenze raccolte in sede di indagine, ha chiesto per l'ex sindaco e i sei assessori la condanna alla sanzione pecuniaria prevista dalla normativa sui dissesti pubblici nella misura massima possibile, vale a dire 20 volte l’importo della indennità di carica da ultimo percepita dal sindaco e dagli assessori chiamati in giudizio. Richiesta anche l’impossibilità di ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati L’udienza pubblica di discussione del ricorso sarà celebrata nel gennaio 2024.

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