Nidi di processionaria nelle scuole di Napoli: arrivano i disinfestatori

Nidi di bruchi velenosi della processionaria segnalati in scuole e piazze a Napoli. Sono numerosi gli interventi di disinfestazione condotti dalla Napoli Servizi in questi giorni, dopo l'allarme sull'infestazione di processionaria nel capoluogo partenopeo, lanciato da Fanpage.it. I bruchi, le larve di questo tipo di lepidottero (Thaumetopoea), infatti, hanno dei peli sul dorso che sono urticanti al contatto e possono provocare anche uno choc anafilattico. Gli addetti della società multi-service del Comune di Napoli sono intervenuti in diverse zone della città. Tra queste, la scuola Marino di via Bronzi di Riace a Ponticelli e la scuola Piscicelli al Vomero.
La mappa delle disinfestazioni di processionaria
Altri interventi di disinfestazione sono stati eseguiti dal personale specializzato della Napoli Servizi in piazza Salvatore Di Giacomo a Posillipo, in via Domenico Fontana, all'Arenella, in via Manzoni. Nello specifico, a quanto apprende Fanpage.it da fonti qualificate, è stato fatto sia un trattamento chimico con piretro per devitalizzare i nidi, sia un trattamento meccanico con l'esportazione dei nidi.
L'invasione di processionaria a Napoli
I bruchi della procesisonaria del Pino (Thaumetopoea pityocampa) e processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea), lepidotteri della famiglia Notodontidae, si sono diffusi a seguito di variazioni climatiche degli ultimi decenni. C'è una preoccupazione crescente negli ultimi 10 anni, a causa di danni sempre più frequenti registratisi nei confronti di pini e alberi da frutto (come i cedri), così come per l’uomo e gli animali da compagnia. Le segnalazioni e il contrasto a questi insetti sono obbligatori per legge (D.M. del 30/10/2007) in aree a rischio per la produzione e sopravvivenza arborea, così come per la salute umana e animale.
La processionaria del pino d'inverno crea il proprio nido sericeo, con secrezioni ghiandolari, sulle conifere, per sopravvivere alle rigide temperature invernali. In primavera i bruchi formano “processioni” muovendosi lungo i tronchi degli alberi infestati fino a raggiungere il suolo, dove si interrano (profondità 10-15 cm) e attraversano la metamorfosi, producendo uno stadio temporaneo di “crisalide” e poi l’adulto (sfarfallamento). È questo il periodo in cui sono pericolosi, soprattutto per bimbi e animali. In estate avviene l'emersione dell’adulto e la deposizione delle uova da parte delle femmine, a seguito di fecondazione, tra gli aghi delle conifere.
Quali danni possono provocare le processionarie all'uomo
Le larve causano defogliamento di pino silvestre, pino nero, cedri e infezioni secondarie della pianta a causa di indebolimento delle difese. Nell'uomo, il quadro sintomatologico dipende dal contatto dei peli urticanti con diversi distretti corporei. Il contatto con la pelle può provocare un eritema papuloso associato a dolore, prurito e rossore. Quello con la mucosa oculare congiuntivite, mentre con la mucosa gastro-enterica l'aumento della salivazione, vomito e dolore addominale. Il contatto con la mucosa respiratoria provoca mal di gola, difficoltà di deglutizione e difficoltà respiratorie dovute a broncospasmo. Nei casi più gravi, e nei soggetti predisposti, può incorrere shock anafilattico ed exitus.
Gli animali che entrano facilmente a contatto con il suolo o l’erba possono involontariamente inalare o ingerire i peli urticanti causando salivazione profusa, rigonfiamento linguale con eventuale conseguente soffocamento e fenomeni necrotici (che richiedono la parziale asportazione del tessuto danneggiato con risultante riduzione della qualità di vita), febbre, astenia, vomito e dissenteria.
Cosa prevede la profilassi per i bruchi velenosi
Per contrastare la processionaria si possono usare insetticidi biologici. Si utilizza il bacillo Bacillus thuringiensis kurstaki che, infettando i centri nervosi della processionaria, ne causa paralisi.
Trappole a feromoni: adoperate nel periodo primaverile-estivo allo scopo di evitare il contatto tra maschi e femmine adulti dell’insetto, impedendone la fecondazione e la successiva progressione del ciclo biologico.
Trappole meccaniche: utilizzano una colla specifica per immobilizzare le larve, impedendone l’interramento e, di conseguenza, la successiva progressione del ciclo biologico;
Endoterapia: inoculo di insetticidi specifici nel sistema vascolare della pianta che agiscono contro le larve nel momento in cui queste si nutrono sulla pianta.