Neonata morta a 45 giorni, respinta la richiesta di scarcerazione per i due genitori
Restano in carcere i genitori di Aurora, la bimba morta a soli 45 giorni di vita: lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Pasqualina Gaudiano della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ne ha rigettato l'istanza di scarcerazione. Emanuele Savino, 26 anni, ed Anna Gammella, 19 anni, difesi dagli avvocati Davide Pascarella e Carlo Perrotta, furono arrestati lo scorso 14 novembre, con l'accusa di concorso in omicidio volontario pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia. Secondo gli inquirenti, sarebbero stati loro a provocare il decesso della figlia Aurora, 45 giorni appena di vita, provocandole una ferita alla testa. Nonostante la donna sia incinta alla quinta settimana, dunque, per il gip esistono "esigenze cautelari di eccezionale rilevanza", al punto da rifiutare il trasferimento ai domiciliari, anche perché resterebbe il pericolo di inquinamento delle prove.
Nei prossimi giorni, il pubblico ministero Stefania Santillo potrebbe decidere di sentire altre persone informate sui fatti. Le versioni al vaglio degli inquirenti sulla morte della neonata, in particolare, sembrerebbero restringersi a due: l'incidente domestico oppure un accidentale ferimento da parte dei due fratellini di due e tre anni. I piccoli, al momento, si trovano in una casa-famiglia, costantemente seguiti da Anna Izzo, assistente sociale del Comune di Santa Maria a Vico. Il sindaco Andrea Pirozzi, dal canto suo, ha fatto sapere che seguirà assiduamente il caso assicurando in primis che i piccoli non resteranno soli. L'inchiesta, infatti, sembrerebbe preannunciarsi come estremamente lunga per i tanti aspetti ancora da chiarire da parte degli inquirenti, chiamati a fare luce su una vicenda che al momento appare ancora di difficile soluzione.