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Neomelodici, feste abusive ed estorsioni, così la camorra guadagna consensi a Bagnoli

Concerti gratis, spettacoli abusivi, la presenza del neomelodico di grido: sono alcuni degli strumenti che usa la camorra per infiltrarsi. Mossa classica della “strategia del consenso” dei clan, che ricalca il borbonico “festa, farina e forca” e che è spesso stata utilizzata a Bagnoli, dove negli ultimi mesi sono arrivati i neomelodici più famosi.
A cura di Nico Falco
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L'esibizione di Marco Calone
L'esibizione di Marco Calone

"Alla fine, a voi, che v'hanno tolto? Hanno fatto un concerto, la gente si è divertita, siete solo invidiosi". Il messaggio classico che compare sui social quando qualcuno, sui gruppi Facebook di quartiere, si lamenta di strade bloccate, musica ad alto volume, botti a mezzanotte. "La gente si è divertita", è questa la chiave, è questo quello che arriva e che deve arrivare al cittadino-tipo. Senza pensare che dietro quella festa, dietro quello spettacolo, c'è una strategia precisa: divertire, farsi ammirare, raccogliere consensi. Farsi accettare, fino a diventare la normalità. E, magari, un esempio.

Il "fratellino" figlio del boss di Bagnoli

L'ultimo esempio, ultimo solo in ordine di tempo, è quello dello scorso 21 giugno. La polizia interviene per una festa abusiva con tanto di neomelodico. Concerto bloccato, qualche multato, il manager del cantante che dice che non chi è stato ad ingaggiarlo. Ma basta guardare qualche video sui social per capire per chi fosse quello spettacolo: microfono alla mano, Marco Calone chiede un applauso per un ragazzo del posto. "Auguri, fratellino", gli dice.

Quel ragazzo, che di lì a qualche giorno compirà 18 anni, non è altri che il figlio di quello che gli inquirenti identificano come il principale boss di camorra di Bagnoli, detenuto per quasi venti anni, scarcerato, poi di nuovo detenuto. Mentre era in carcere, indica la Dda, a guidare il clan era stata la moglie, e quando lui era tornato in libertà aveva cercato di ricostruire il clan con una serie di accordi e intrecci con gli altri gruppi criminali dei quartieri limitrofi.

Il boss che saluta dal balcone a Cavalleggeri

Situazione inedita? Per niente. Basta fare un salto a qualche anno fa per trovare scene simili, se non ancora più evocative. Il quartiere è sempre Bagnoli, la zona quella di Cavalleggeri, il contesto resta la camorra. Quella, però, di un'altra fazione. Nei pressi della zona che chiamano "la Cambogia", tra una canzone e l'altra, il neomelodico di turno saluta un uomo affacciato al balcone che, spiega, "ha permesso tutto questo". "L'amico Alessandro", che risponde all'applauso con un cenno della mano, non è altri che Alessandro Giannelli, all'epoca ai domiciliari e, soprattutto, boss emergente e tra i protagonisti di una guerra combattuta a suon di bombe e smitragliate di Kalashnkikov.

Neomelodici e camorra, concerti per guadagnare consensi

Ma il connubio neomelodici e camorra (anche al centro di Camorra Entertainment, inchiesta giornalistica di Fanpage.it) è un meccanismo ben rodato, che la camorra ha imparato a usare per guadagnare consensi. Ingaggiare il cantante più popolare, offrire uno spettacolo gratuito, divertire. E non devono impressionare i nomignoli come "fratellino", "amico" e cose del genere; lo ha spiegato anche il celeberrimo Tony Colombo, che in un video di qualche anno fa definisce "fraterno amico" Antonio Inquieto, imprenditore molto vicino al boss dei Casalesi Michele Zagaria, che verrà arrestato l'anno successivo: è un "modo di dire", parole tra artista e cliente più per marketing che per reale affetto, che non implicano una vera stretta conoscenza.

Festa, farina e forca: così la camorra guadagna potere

Il pensiero corre al "festa, farina e forca" del Re Nasone, Ferdinando di Borbone. Di fatto, il messaggio che arriva resta quello: il boss è "amico" del cantante che va di moda, è in grado di portarlo nel quartiere quando vuole, pensa a tutte le spese e offre una festa gratis a tutti. Fa divertire, e questa è la "festa". E a Bagnoli, negli ultimi mesi, hanno sfilato veramente tutti: più volte Marco Calone, poi Alessio e anche il siciliano Niko Pandetta, arrivati per serenate o per festeggiare compleanni e comunioni e pagati da famiglie collegate tra loro.

La "farina" è l'aiuto disinteressato che è sempre pronto a offrire. Come quello messo a disposizione durante il primo lockdown, sempre a Bagnoli, da pregiudicati ritenuti tutti gravitanti nell'orbita dello stesso clan: buste della spesa raccolte in beneficenza e offerte ai bisognosi. Anche se, secondo gli investigatori, molte di quelle "donazioni" da parte di commercianti locali non erano poi così tanto spontanee. E, alla fine, c'è la "forca".

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