Nel drone diretto in carcere anche una macchina per tatuaggi: la consegna bloccata a Carinola
Droga, cellulari e armi, "rifornimento" classico per i detenuti, ma questa volta, da dietro le sbarre, evidentemente qualcuno aveva fatto una richiesta più particolare: voleva una macchinetta per tatuaggi, che probabilmente avrebbe poi alimentato utilizzando qualche batteria e dei cavi. La consegna era destinata al carcere di Carinola, in provincia di Caserta, ma stavolta è stata bloccata dalla Polizia Penitenziaria, che ha notato il drone ed è riuscita a fermare i due uomini che lo stavano manovrando mentre una donna, che li aspettava in auto, è riuscita a fuggire.
Il sistema era quello utilizzato anche su larga scala dal gruppo smantellato poche settimane fa dalla Squadra Mobile di Frosinone: gli oggetti proibiti, che siano droga o armi (o altro, come in questo caso) vengono recapitati direttamente all'interno del carcere sfruttando i droni e vengono lasciati in aree comuni dove poi il detenuto in attesa andrà a recuperarli. A rendere noto dell'ultimo sequestro sono Tiziana Guacci ed Ettore Natale, rispettivamente segretario regionale per la Campania e segretario locale di Carinola per il Sappe.
Nel pacco, spiegano, c'erano 1.8 chili di hashish, diverse dosi di cocaina, 10 microtelefoni, 10 smartphone, un coltello a serramanico e la macchinetta per i tatuaggi. Il segretario generale del sindacato, Donato Capece, sottolinea come anche quest'ultimo episodio "confermi tutte le ipotesi investigative circa l'ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza".