Necropoli di Padula, trovato un cavaliere di terracotta di 2500 anni fa: è unico
Dalla Necropoli di Padula, scoperta per caso a fine gennaio, emergono tesori archeologici inestimabili: vasi, monete, armi del V-IV secolo a.C, circa 2500 anni fa. In una delle tombe è stata trovata una tegola in terracotta con una incisione che raffigura un uomo a cavallo. Per gli archeologi si tratterrebbe di un "unicum", tra i rinvenimenti archeologici rinvenuti nella zona del Vallo di Diano. Ossia un tipo di opera mai vista per la zona. Adesso sarà sottoposta ad approfondite analisi.
Le antiche sepolture, circa una 20ina, sono emerse nel corso di uno scavo per un cantiere privato, nelle vicinanze della Certosa di San Lorenzo. Ma per gli esperti si tratterebbe solo della punta dell'iceberg, di una più ampia necropoli, databile al V-IV secolo a.C., caratterizzata da un complesso di tombe a cappuccina, a fossa e a incinerazione. Alcune delle tombe, purtroppo, sono rimaste danneggiate dagli scavi. Ma molte sono ancora integre. All'interno sono stati ritrovati ricchi corredi funerari, tra cui vasellame di pregio policromo, parte del quale probabilmente decorato del famoso ceramografo greco Assteas, attivo a Paestum intorno al 350-330 a.C.
L'area è stata sequestrata, denunciate 4 persone
L'area interessata è stata sottoposta a sequestro preventivo dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, anche al fine di impedire l'ulteriore distruzione delle evidenze archeologiche e per consentire alla Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino lo studio e l'esame delle sepolture danneggiate e parzialmente visibili. Sono state denunciate all'autorità giudiziaria lagonegrese quattro persone, rispettivamente proprietario del fondo e committente dei lavori, amministratori dell'impresa esecutrice delle opere e direttore dei lavori, per i reati di concorso nel danneggiamento e distruzione di manufatti archeologici, nonché omessa denuncia alle competenti autorità di tutela.
Cosa hanno trovato gli archeologi a Padula
Al momento, sono stati recuperati, su tutta l'area in sequestro, circa 200 reperti archeologici di elevato valore storico-archeologico, del valore economico di oltre 1.000.000.000 (milione) di euro, tra cui crateri, lekythos, lebete e pelike a figure rosse, piatti e skiphos a vernice nera, stamnos, unguentari, ollette, guttus, lucerne, armi, elementi in piombo costituenti 2 spiedi completi di tripode (utilizzati per il rito funebre), fibule, un cinturone in bronzo da guerriero, monete, tutti oggetti facenti parte dei corredi funerari delle antiche sepolture.
Scoperte 20 tombe antiche, recuperati 200 reperti
Come disposto dalla magistratura di Lagonegro, la Soprintendenza di Salerno ha intrapreso le previste attività di verifica e scavo stratigrafico sull'area in sequestro, rilevando la presenza di circa 20 antiche sepolture, tra quelle parzialmente distrutte e visibili in sezione, ed altre emerse nel corso delle attività. Un ritrovamento eccezionale, considerando che nell'area non erano mai state segnalate evidenze archeologiche e, pertanto, sul sito non risultano vincoli culturali. Tuttavia, nel corso delle attività edili sono affiorati frammenti archeologici appartenenti ad antiche sepolture su gran parte dell'area di cantiere, lasciando scorgere in sezione, all'interno dello scavo, la presenza di numerose tombe cosiddette "alla cappuccina", parzialmente distrutte dall'attività dei mezzi meccanici.
Il materiale recuperato nonché l'intera area ancora in sequestro saranno sicuramente oggetto di ulteriori indagini scientifiche da parte della competente Soprintendenza, in collaborazione con la Procura di Lagonegro e il Nucleo TPC di Napoli, al fine di verificare l'esatta consistenza dei danni arrecati al sito e di accertare l'esatta estensione della necropoli scoperta, attualmente sottoposta ad attenta attività di controllo e vigilanza da parte dell'Arma territoriale di Salerno e Sala Consilina.