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Ecco perché né Rita De Crescenzo né Antony Sansone hanno trascinato folle a Roccaraso con Tiktok

L’analisi dei flussi social restituisce una verità incontrovertibile: a Roccaraso esistevano evidenti segnali di un problema già concreto.
A cura di Pierluigi Vitale
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Il tema Roccaraso ha mosso tra il 1 gennaio e il 1 febbraio oltre 10 milioni di interazioni e 30 milioni di visualizzazioni sui social media.
Tuttavia c’è una data spartiacque ed è il 26 gennaio: la domenica in cui il comune abruzzese è andato in tilt per un afflusso di turisti fuori dalla norma o dalle previsioni.

Dall’analisi delle conversazioni online è possibile osservare una impennata delle stesse, proprio a partire da questa data, alla stregua delle conversazioni sugli “influencer”, che seguono la medesima curva.

Per comprendere meglio l’evoluzione del fenomeno è dunque opportuno osservare cosa è accaduto fino al 25 gennaio, individuando segnali che, forse, avrebbero potuto evitare il caso e favorire una narrazione più oculata degli eventi.

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Già il 4 gennaio, questo post su TikTok segnalava una certa ressa per raggiungere la meta turistica, con tempi di attesa nel traffico di oltre 3 ore. Il post fa segnare oltre 800mila visualizzazioni e una curiosità: non si vedono autobus. Roccaraso è probabilmente l’unica stazione sciistica sopravvissuta – senza stravolgimenti e ridimensionamenti – al cambiamento climatico, specie nel meridione. Se c’è neve è letteralmente l’unico posto in cui abbia senso andare partendo da tutto il sud Italia.

TikTok è un social media che rappresenta un fattore rilevante, ma circoscrivere un esodo di massa a un solo social è scelta miope. Le agenzie di viaggio lavorano prevalentemente su viaggi di gruppo e lo fanno benissimo (anche) offline. Su Facebook è possibile ritrovare dei post che hanno promosso una vera e propria batteria di autobus destinazione Roccaraso, con possibilità di prenotare ben 10 date, a partire proprio dal 25 gennaio. Uno di questi, dai dati a nostra disposizione, il 7 gennaio fa segnare una reach potenziale (numero di persone raggiungibili) di oltre 220mila ed è solo un esempio in una moltitudine di proposte. Partono da tutta la Campania: Salerno, Cava De’ Tirreni, Nocera, Angri, Scafati, Castellammare di Stabia e Napoli.

Già l’8 gennaio sui social e sulle testate specializzate montava una certa indignazione per le condizioni in cui erano state lasciate Campo Felice (meta cara al pubblico del Lazio) e la stessa Roccaraso (“25mila accessi”), senza che il fenomeno avesse ancora le etichette di “TikTok” e “napoletani”.
Per ritrovare il primo post, a dire il vero senza particolari call to action, di Rita De Crescenzo bisognerà arrivare al 20 gennaio, mentre in data 11 gennaio era già possibile osservare offerte come questa.

Lo stesso Antony Sansone, troppo presto eletto a rappresentante della categoria sia dei tiktoker che degli organizzatori, il 10 gennaio proponeva l’organizzazione di autobus, sì, ma per il 2 febbraio. Dunque, nulla a che vedere con la data incriminata.
Esistevano evidenti segnali di un problema già concreto, con relative cause osservabili e, pertanto, rimedi e soluzioni proponibili. Non si può dire che questo fenomeno non l’abbiano visto arrivare. Era già arrivato e se n’erano accorti tutti i frequentatori delle fortunose domeniche innevate di questi tempi.

Il grande “talento” dei tiktoker è quello di convogliare in un unico calderone sia l’odio che l’affetto, con il primo sentimento ad alimentare le opportunità del secondo, facendone un pubblico che – detestando o divertendosi – dà spazio e opportunità, seppur volatili. Questa particolare categoria di tiktoker è foriera di personaggi ideali sia per i social quanto per la tv. Soddisfa l’esigenza di pubblici a caccia di colpevoli e soluzioni facili a problemi complessi, come le resse, la pulizia degli spazi e il traffico che gridavano vendetta da almeno 20 giorni. 
Un certo tipo di stampa ha cavalcato un trend che si autoalimenta, l’unico in cui i presunti protagonisti negativi sono felici di esserlo, trovando spazio per soffiare sul fuoco dei due sentimenti di cui sopra.

Una condizione win-win, che ingrassa luoghi comuni che, in questa disputa, nessuno ha interesse a frenare.

l'autore è Social media analyst

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