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Napoli sta discutendo il ticket d’ingresso al centro storico. Ma nessuno (o quasi) lo vuole

La proposta di un ticket d’ingresso al centro storico fa discutere Napoli. In Consiglio comunale la gran parte delle forze politiche non lo vuole.
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Napoli con il ticket d'ingresso immaginata dall'intelligenza artificiale / elaborazione Midjourney
Napoli con il ticket d'ingresso immaginata dall'intelligenza artificiale / elaborazione Midjourney

Gennaro Esposito è un cittadino napoletano (del resto nome e cognome lo avrebbero suggerito) è avvocato ed è consigliere comunale di centrosinistra a Napoli, di recente entrato nel partito "Azione". Da quando è stato eletto Esposito segue da molto vicino (visto anche che ci vive),  l'evoluzione del centro storico di Napoli nel suo rapporto con l'ondata di turisti (molti la definiscono sovraffollamento, overtourism) degli ultimi anni.

Il suo approccio è documentato e molto critico sul mancato rispetto delle regole di baretti, pub, ristoranti che "sparano" musica ad ogni ora del giorno e della notte, coi tavolini capaci di occupare ogni spazio pedonale, col periodico intasamento di Spaccanapoli, soprattutto a Natale e Pasqua. Un bel colpo d'occhio per i turisti, ma molto pericoloso per chi ci vive.

Di recente Esposito ha messo nero su bianco una proposta, regolarmente protocollata in Consiglio comunale e dunque meritevole di discussione in Aula. L'ordine del giorno dell'avvocato napoletano propone l'introduzione di un ticket d'accesso a pagamento per determinate aree della città. «Un biglietto di 5 euro per entrare nel centro storico di Napoli, dai Decumani a San Gregorio Armeno – propone – come succede a Venezia, acquistabile tramite app e valido solo per i periodi di maggiore afflusso turistico, come il Natale.

Nel 2025 in Italia avremo il Giubileo e Napoli festeggerà i suoi 2500 anni dalla fondazione di Neapolis. Questi soldi rappresenterebbero una cifra importante che potrebbe essere investita per migliorare i servizi pubblici, la sicurezza, l'igiene urbana».

La discussione sul ticket d'ingresso nel centro storico di Napoli

Napoli è notoriamente una delle capitali del nonsipuotismo teorizzato da Antonio Genovesi. Tuttavia, quando si tratta di litigare su ipotesi che non vedranno mai la luce, questa città è il terreno ideale. E così, nonostante il sindaco Gaetano Manfredi non solo si sia dichiarato pubblicamente contrario al ticket d'accesso (o contributo di accesso come lo chiamano a Venezia) ma abbia preso ben altre direzioni, visto che sarà nuovamente aumentata la tassa di soggiorno che i visitatori pagano ad ogni pernotto in albergo, B&b o casa vacanza, la discussione politica in città è vivace (per quanto possa esserlo una discussione politica senza Vincenzo De Luca).

Il Partito Democratico, attraverso il suo capogruppo comunale Gennaro Acampora, è nettamente contrario: «Sono contrario all’introduzione di un ticket e condivido l’idea di un aumento delle tariffe della tassa di soggiorno, visto che in questo caso non ci sarebbero  costi diretti per i napoletani. Il nostro obiettivo è governare il turismo rendendolo una risorsa diretta per la città, creando le condizioni per una convivenza equilibrata con le esigenze dei residenti e migliorando, per tutti, i servizi essenziali e l’offerta turistica».

Sempre in maggioranza, Nino Simeone, presidente della commissione Mobilità, uno dei consiglieri più influenti, si schiera nel gruppo dei contrari. E anzi si arrabbia: «Questa storia sta diventando fastidiosa, perché assolutamente inesistente. Riceviamo decine e decine di richieste informazioni, da parte di cittadini e turisti alla ricerca di punti vendita dove acquistare questo fantomatico ticket che, prima o poi, potrebbe diventare una opportunità di guadagno illecito da parte di furbetti…».

Il blocco di centrodestra è tutto contrario. Forza Italia non vuole né centro storico a pagamento né tassa di soggiorno più cara: «Il turismo – dicono – non è una vacca da mungere anche perché abbiamo constatato più volte in questi anni come i proventi derivanti da tale imposta non vengano utilizzati per migliorare i servizi turistici bensì per tutt’altro».  Il riferimento è ad esempio ai mancati introiti per la tassa d'occupazione suolo di X-Factor: agli organizzatori è stato offerto lo sconto del 50%. E il mancato introito è stato "ripianato" con la tassa di soggiorno.

Ressa in via Tribunali a Napoli, novembre 2024
Ressa in via Tribunali a Napoli, novembre 2024

La Lega non è d'accordo né col centrosinistra né con Forza Italia: «La proposta del ticket per i turisti e l'aumento della tassa di soggiorno sono provvedimenti sono diversi come diverso è il loro impatto sui cittadini. Sull'aumento della Tassa di Soggiorno, bisogna discutere in Aula e con le categorie del settore. Sull'introduzione del ticket possiamo votare a favore  a patto che venga addebitato ai soli turisti del "mordi e fuggi" e che non risiedono almeno una notte in città  e solo se le somme incassate dal Comune – concludono – siano totalmente rinvestite per strumenti e modelli organizzativi che migliorino la vivibilità dei residenti e la vita dei turisti».

E i napoletani? Per ora sono stati ascoltati i commercianti di Spaccanapoli e gli artigiani dei presepi di San Gregorio Armeno, ovviamente tutti contrari all'ipotesi. Il resto della città? Sarebbe interessante capire cosa ne pensa.

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