Napoli sommersa da 2,7 miliardi di debiti, De Magistris: “Se il Governo non interviene sarà rivolta”
Il Comune di Napoli a rischio crac dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 29 aprile scorso che ha bocciato lo spalmadebiti in 30 anni obbligando i Comuni con i conti in rosso, come Napoli, a risanare il disavanzo in 3 anni, e per chi va al voto, in un anno, in modo da non gravare sulle generazioni successive. Ma il sindaco Luigi De Magistris non ci sta e a Radio24 attacca: “Se il Governo non interviene – dice – ci sarà la rivolta delle città, ma mi sembra che il Governo abbia la consapevolezza che lasciare, in questo momento, indietro le città significa lasciare indietro il Paese e non assicurare i servizi ai cittadini”. Sullo sfondo, un decreto “salva-conti” al vaglio del Governo Draghi per consentire agli enti locali, in ulteriore affanno a causa della crisi del Coronavirus, di poter avere una boccata d'ossigeno, evitando il dissesto e il commissariamento.
L'ex pm: “Il debito va stralciato”
Sono circa 2mila, infatti, i Comuni italiani a rischio. Tra questi non solo Napoli, ma anche Torino, ancora alle prese con i debiti delle Olimpiadi invernali. “La Consulta – spiega De Magistris – ha ‘bocciato' una norma del Governo che si fa carico dei debiti storici che spesso sono debiti commissariali. Nel caso di Napoli risalgono al terremoto e all'emergenza rifiuti, e che soprattutto tiene conto dei tagli subiti dagli enti locali. Tagli che per la città di Napoli negli ultimi dieci anni ammontano a 1,5 miliardi di euro a fronte di un debito di 2,7 miliardi di euro”. Per il primo cittadino, si tratta di “un debito che non ci appartiene, che andrebbe stralciato perché è ingiusto così come è stato fatto con leggi ad hoc in passato per Roma”. Palazzo San Giacomo sta studiando un piano di vendita di immobili, tra cui la sede del consiglio comunale di via Verdi, per fare cassa. Soluzioni che però in passato non si sono rivelate rapide né efficaci.
Elezioni comunali, “Bassolino in campo? Un errore”
L'ex pm poi ha bocciato la discesa in campo dell'ex governatore Antonio Bassolino per le prossime elezioni comunali di Napoli che si terranno in autunno. “un errore politico, pur meritando rispetto perché ci mette la faccia, ha governato venti anni e credo che dopo venti anni si debba lasciare alla storia la valutazione politica. Così ci costringe a dover ricordare che il debito del Comune deriva proprio dalla sua gestione e che ci consegnò la città con i rifiuti al primo piano dei palazzi mentre oggi noi siamo quelli che invece proviamo perfino a sostenere Roma quando ci ha chiesto una mano sui rifiuti. In questi dieci anni c'è stata una rivoluzione”.