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Napoli, botte ai tassisti che lavorano con Uber, in un video il pestaggio. “Dopo mezzanotte vi picchiamo”

La guerra dei tassisti napoletani e la selva di applicazioni per chiamare una corsa via smartphone: finisce a botte.
A cura di Nico Falco
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Un frame del video della lite tra tassisti a Napoli
Un frame del video della lite tra tassisti a Napoli

Un uomo in primo piano che tenta di divincolarsi dalla presa di due persone che lo strattonano e lo afferrano alla faccia e al collo, un altro dietro di lui che viene selvaggiamente picchiato da cinque, sei persone o forse di più. Scene di un terribile pestaggio riprese da una dash cam, una telecamera di quelle telecamere che si installano sul parabrezza delle automobili. Di un taxi, in questo caso: vittime e aggressori sono tutti tassisti.
Il video porta la data di martedì 18 aprile, alle ore 3 del mattino, la zona è via Depretis, nel centro di Napoli.

L'aggressione è nata nata tra aderenti alle radiotaxi "classiche" e quelli associati invece ad una che lavora con un'app; è stata sporta relativa denuncia presso i carabinieri del Vomero, una delle vittime ha riportato lesioni alla milza. E il motivo sarebbe proprio nelle chiamate gestite tramite l'applicazione: gli aggrediti, entrambi soci di Radiotaxi Partenope, sarebbero stati accusati di lavorare anche fuori dal turno di lavoro, sottraendo in questo modo "corse" ai colleghi. E non si tratterebbe del primo caso.

"Levatevi l'app, altrimenti dopo mezzanotte abbuscate"

Fanpage.it ha raccolto la testimonianza di Massimiliano Pagano, presidente di Radiotaxi Partenope:

Sono cinque mesi che denunciamo vessazioni, come minacce ai nostri soci e danneggiamenti alle loro automobili. L'episodio del 18 era organizzato con ore di anticipo.

Il giorno prima il tassista picchiato aveva lavorato nello stesso posto di un collega di un altro radiotaxi: lui aveva fatto 12 corse, l'altro zero.

Il giorno successivo c'era stata la discussione: era stato minacciato perché non uscisse più sul turno di notte, gli hanno detto che avrebbero cominciato a dare fuoco alle auto».

«Successivamente il nostro associato, che quella sera era di turno ed era di ritorno da una corsa, ha trovato un altro tassista che ha cercato di portarlo in un'altra zona con il pretesto di fare pace, ma lui si è rifiutato di seguirlo.

A quel punto è tornato il primo aggressore e lo ha minacciato.

Lui si è chiuso in automobile e ha chiamato il cugino, anche lui tassista. Nel frattempo sono arrivati altri tassisti, che quella notte non erano in servizio: sono stati sicuramente chiamati. Il resto è quello che si vede nel video.

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Fanpage.it ha potuto ascoltare alcuni audio che, messi agli atti nelle denunce, sarebbero riconducibili proprio ad alcuni tassisti e sarebbero stati inviati in una chat di gruppo.

Uno di questi messaggi Whatsapp riguarda proprio il video:

È stato preso dalla macchina del ragazzo, e questi di Uber lo hanno portato al servizio Corso Pubblico e lo hanno inviato a Borrelli (il deputato Francesco Borrelli che ha poi pubblicato la segnalazione sui suoi social ndr.).

Io li piccherei di nuovo….ma non al ragazzo, che non c'entra nulla, a loro.  Io li picchierei tutti i giorni.

E ancora, il minaccioso avvertimento: «Levatevi le radio rosse (così vengono definite in gergo le app, ndr.) altrimenti dopo mezzanotte abbuscate (cioè prendete le botte)» dice un altro uomo in un diverso messaggio. «Questo deve fallire, ve lo dico io, stiamo come i pazzi, state avvisati». Si parla genericamente di "mezzanotte" ma in realtà il problema è il notturno, ovvero la tariffa supplementare che scatta a partire dalle ore 22, pari a 6,50 euro (cui si devono aggiungere altri 1,50 euro se il taxi viene chiamato e non trovato allo stallo).

In un terzo messaggio un altro uomo parla della massiccia presenza di tassisti che usano l'app e spiega: «Perché non facciamo qualcosa? Una raccolta firme… ora arriva l'estate, questi ci mangiano (ci surclassano, ndr.) all'aeroporto, al porto, alla stazione… faranno una fila solo per gli Uber, perché i ragazzi di oggi si mettono sull'applicazione. Ci dovremmo muovere ora».

Gallucci (Orsa): "È una guerra tra poveri"

Nei confronti dei tassisti responsabili dell'aggressione sarebbero state già avviate le procedure per la revoca dei requisiti. Rosario Gallucci, segretario nazionale di Orsa Taxi spiega le ragioni di chi protesta:

Noi condanniamo fermamente quell'episodio e qualsiasi forma di violenza . Ma è importante anche capire in quale contesto è avvenuta.
È una vicenda collegata a problematiche che abbiamo già segnalato varie volte con scioperi e iniziative: le radiotaxi che lavorano con questa app prendono corse anche fuori turno e applicano scontistica su tariffa amministrata, quindi in violazione del regolamento.

È una situazione che a lungo andare porta alla guerra tra poveri e anche a episodi come quello del video, che resta da condannare perché non è con la violenza che si arriva a una soluzione.

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