“Napoli, non ti disunire, sei la città della gioia”: l’omelia di don Mimmo Battaglia cita Paolo Sorrentino
L'omelia dell'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, in occasione della festività dell'Immacolata, è come al solito una piccola gemma, un monologo di fede pur aderente alla realtà, ricco di speranza ma senza mai scordare il presente di Napoli. Parole bellissime, come è già accaduto in altre occasioni, una su tutte la solennità di San Gennaro. All'epoca Battaglia citò il "Gente magnifica gente", una delle canzoni più famose del film e musical "Scugnizzi".
Stavolta è andato oltre, citando il Capuano di Paolo Sorrentino in "È stata la mano di Dio":
Napoli, torna a far incontrare le tue membra, abbatti gli steccati difensivi tra classi sociali, aiuta i tuoi figli a sentirsi tutti solidali gli uni con gli altri. Napoli, prendo a prestito le parole di uno dei tuoi figli e ti prego: non ti disunire
«Non ti disunire» che divenne fulcro di tanti ragionamenti intorno e dentro la città è pronunziato in occasione dell'omaggio alla madonna dell'Immacolata che l'8 dicembre si sostanzia anche con la posa dei fiori sulla sommità della guglia in piazza del Gesù Nuovo.
Sono tanti i passaggi dell'omelia molto forti e belli. Parla di camorra, «cancro mortifero che però sarà sconfitto». E chiede a Napoli di conservarsi come "città della gioia", mostrata anche durante i giorni più cupi della pandemia:
Napoli, tu sei la città della gioia! Non della gioia superficiale, non di quell’allegria che fugge dai problemi trovando nella superficialità un rifugio dall’impatto con la dura realtà quotidiana.
No, tu sei la città della gioia perché hai imparato nel corso del tempo, tra le vicende della storia – anche quelle più recenti – a guardare oltre le nuvole nella certezza che il sole c’è sempre, anche quando per qualche attimo viene ostruito dal grigiore della tempesta.
La gioia per te non è mai stata negazione dei problemi ma forza per superarli con la tenacia di gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Quante tempeste e mareggiate abbiamo vissuto o viviamo ancora in questo periodo!Penso alla tempesta della pandemia, in cui tu, Napoli, hai dato una dimostrazione smisurata di solidarietà e attenzione ai piccoli e agli ultimi, impedendo che fosse ulteriormente ferito chi già barcollava in un equilibro precario. Penso alla tempesta del lavoro, che ha visto numerosi operai, piccoli commercianti e artigiani privi del lavoro e dell’occupazione che con dignità avevano diligentemente portato avanti per anni!
Penso alla tempesta della camorra, un cancro mortifero della nostra terra sempre arginato e combattuto da tanti uomini e donne che attraverso il proprio lavoro istituzionale, l’associazionismo, l’impegno della denuncia e il volontariato ne hanno ostacolato e tuttora ne ostacolano la vittoria, avvicinandone sempre più la sconfitta, si perché come ogni fenomeno di male anche questo, anche la camorra sarà sconfitta, ve lo assicuro, senza titubanza alcuna.Napoli quante battaglie hai affrontato e affronti ogni giorno ma non lo fai mai con gli occhi tristi e il viso spento; lo fai invece con una decisa allegria, con una gioia radicata nel cuore, con quell’audace entusiasmo sostenuto dalla speranza e rafforzato dalla certezza di non essere soli, di essere comunità, di essere popolo.
Si, il popolo napoletano è gioia, e la sua gioia si alimenta nella scelta quotidiana di camminare insieme, di tenersi la mano, di non andare soli, perché soli si perde sempre sul lungo termine ma insieme, anche se forse è più faticoso, si vince sempre.
E tu Napoli nella storia questo lo hai dimostrato tante volte e sono certo che anche oggi, in questo tempo complesso e difficile, lo dimostrerai, vincendo con il bene ogni male, con la medicina del tuo amore ogni ferita sanguinante.