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Covid 19

Napoli, morto per Covid il chirurgo Mario Avano, medico di famiglia a Barra

Il quartiere di Barra, a Napoli Est, piange la morte del dottor Mario Avano, ennesimo medico ucciso dal Covid. Specializzato in endocrinologia, il medico di famiglia aveva 66 anni; si era ammalato ad ottobre, era stato dimesso dopo un mese di ricovero. Su Facebook le parole di stima e di cordoglio di chi aveva trovato in lui un punto di riferimento.
A cura di Nico Falco
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Il dottor Mario Avano, chirurgo con studio a Barra, quartiere di Napoli Est, è l'ennesimo medico contagiato e ucciso dal Covid. Nato nel 1954, aveva compiuto 66 anni a febbraio. Era molto noto nel quartiere, dove si era guadagnato non solo la stima ma anche l'affetto dei numerosi pazienti, gli stessi che in queste ore hanno affidato ai social messaggi di ricordo e cordoglio. In tutta Italia, da marzo, il virus Sars-Cov-2 ha contagiato quasi 30mila professionisti sanitari; tra questi, sono oltre 260 i medici deceduti.

Avano lavorava come medico di famiglia, era specializzato in endocrinologia. È deceduto lo scorso weekend. Era risultato positivo alla fine di ottobre, probabilmente aveva contratto il virus al lavoro, a contatto coi tanti pazienti che, fino a quando non si era ammalato, aveva continuato a seguire senza risparmiarsi. Dopo un mese di ricovero, era tornato a casa alla fine di novembre. Il figlio, Gennaro Avano, fisioterapista, il 16 dicembre aveva aggiornato sulle sue condizioni di salute con un post su Facebook: il tampone era risultato finalmente negativo, ma la malattia gli aveva lasciato dei gravi sintomi.

Dopo i numerosissimi messaggi di cordoglio è stato di nuovo il figlio Gennaro a ringraziare per le parole di affetto, con un altro post. "A nome mio, di mia madre e mia sorella – ha scritto – ringrazio tutti coloro che hanno avuto un pensiero per nostro padre. Papà sarebbe contento di sapere che tutto il suo impegno, la dedizione, la passione con cui svolgeva la sua professione sia arrivata ad ognuno di voi. Se vi siete sentiti di famiglia è perché papà considerava davvero i suoi pazienti come una seconda famiglia, cercando di trovare sempre la soluzione a tutto. Grazie per le vostre parole, ci avete resi ancora più orgogliosi e felici di quello che è stato e sempre sarà per noi il nostro papà".

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